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I lettori di giornali non stanno abbandonando il palazzo

Giornali Nonostante le continue profezie sul declino e la morte dei giornali, i risultati di una ricerca sui lettori dei quotidiani negli Usa offre dati relativamente confortanti: i lettori dei quotidiani locali sono solo leggermente calati dal 2006 (ma potrebbe essere una variazione solo stagionale), diminuiscono, ma lentamente, i lettori fra i 18 e i 24 anni e restano stabili quelli con 45 anni e oltre. E resta più o meno stabile anche il tempo che ogni lettore dedica alla lettura

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Luci e ombre dal Rapporto 2008 del Readership Institute (Northwestern University) che traccia il quadro della situazione dei lettori dei giornali e dell’ online  in 100 località degli Stati Uniti di varia dimensione.

  • La readership dei quotidiani locali sul complesso della popolazione è leggermente calata rispetto all’ ultima analisi del 2006, ma questo risultato potrebbe essere dovuto solo a delle variazioni stagionali.
  • La readership fra i giovanni di 18-24 anni sull’ insieme della popolazione continua a scendere lentamente, ma essa è del tutto stabile fra gli ultra 45enni.
  • I lettori di giornali dicono di dedicare, in media, alla sua lettura 27 minuti nei giorni feriali e 57 minuti la domenica. Il primo dato è rimasto stabile dal 2002, mentre il secondo è lievemente diminuito da allora.
  • I lettori continuano a leggere il giornale, in media, cinque giorni a settimana.
  • In media, leggono il 60% del giornale nei giorni feriali e il 62% la domenica – anche questo dato è stabile.
  •  La penetrazione dei siti web dei giornali è ancora piuttosto bassa in molte zone, anche se il dato riguarda solo il sito principale e non gli altri siti eventualmente correlate ad esso.

Questi risultati – commenta nell’ articolo Mary Nesbitt – mi hanno sorpreso, così come avvenne anche l’ ultima volta  nel 2006. Come mai non sono molto peggiori, quando dappertutto sentiamo parlare di imminente crollo dei giornali?   

La risposta è che i lettori non stanno abbandonando i giornali, soprattutto quelli locali, perché li ritengono ancora affidabili. Non è una consolazione per gli addetti delle aziende editoriali che stanno perdendo il posto, ma è una sfida per piccole redazioni che vogliano produrre, vendere e distribuire prodotti locali di alta qualità per quei lettori che proprio di questo hanno voglia.