Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

La carta igienica 2.0? Non sarà di carta

carta-igienica.jpg Qualche giorno fa il blog francese ‘’Presse sans presses’’ (Stampa senza rotative), che fa capo a ‘Rue 89’, ha pubblicato un curioso apologo del blogger americano Jeff Jarvis che, analizzando l’ industria della carta igienica, dimostrava come il suo futuro sarà senza carta – Per dire all’ industria dei quotidiani: è forse tempo che i giornali dimentichino la carta e si chiedano qual è il loro vero mestiere.

Jeff Jarvis – via Presse sans presses.

 

Ho cominciato a riflettere su che cosa sarebbe la carta igienica 2.0 dopo aver visto una pubblicità per la carta il cui unico argomento di marketing era che essa non lasciava piccoli pezzettini cartacei sul vostro sedere.  Come per i giornali, che si devono rendere conto che non producono carta ma informazione, è forse tempo che l‘ industria della carta igienica dimentichi la carta e si chieda qual è esattamente il suo mestiere.
Forse la pulizia?

Le toilette ipnotizzanti

A Davos, c’ era una cosa che mi ha sorpreso (quasi più di ritrovarmi in mezzo a quei grandi padroni e capi di stato): scoprire dei gabinetti automatici e autopulenti nel Centro conferenze. Una volta che uno tira lo sciacquone, esce un braccio automatico e pulisce intorno la seggetta. Ipnotizzante. Ne ho anche fatto un video. (Vedi qui)

L’ attività di questa azienda non è la carta igienica: è la pulizia della seggetta.

Il business dei sederi puliti

Toto, un fabbricante di materiali idraulici giapponese, è andato più in là. Ha deciso che quello che vendeva non era né carta gienica, né delle seggette pulit, ma dei sederi puliti e della felicità. Ha così inventato il Washlet, dei gabinetti automatici e informatizzati. Una meraviglia tecnologica che riscalda la seggetta a una temperatura di 40 gradi e vi asperge di acqua calda e pulita appena avete finito. E poi vi asciuga con aria a secco cancellando qualsiasi odore. (Vedi il video)

Gabinetti post-carta igienica

Prima che scoppiate a ridere, sappiate che Toto ha venduto 17 milioni di esemplari del suo Washlet. Su YouTube ci sono decine di video consacrati ad esso, con centinaia di migliaia di clic. L’ attore hollywoodiano Will Smith si è vantato alla televisione di possederne la version più alta, da 5.000 dollari, e di non spendere un dollaro in carta igienica.
Ecco qui un esempio di convergenza perfetta fra un problema e la sua soluzione, fra l’ hardware e il software, la tecnologia e la vita.