Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Al ”Washington Times” foto scelte e impaginate in automatico da un programma informatico?

Lo afferma il direttore del quotidiano Usa, ma restano molti dubbi e perplessità – La notizia dell’esistenza di un software in grado di sostituire il lavoro di photoeditor e grafici è venuta infatti a galla come giustificazione per la pubblicazione di una foto delle figlie del presidente Obama in tenuta da scolarette abbinata a un’inchiesta sulla violenza ( 36 morti in un anno ) nelle scuole di Chicago – Un errore, sostengono nel giornale americano, dovuto ad un difetto del meccanismo tecnologico che seleziona le immagini

———-

di Amedeo Vergani, presidente Gsgiv dell’ Alg

  La notizia, se trovasse conferma, è da de profundis. Decreterebbe cioè  un passo in avanti decisivo verso l’agonia senza ritorno del ruolo di chi lavora con le foto nelle redazioni dei giornali. L’ha data oggi il direttore del Washington Times affermando che nel suo giornale le immagini pubblicate vengono scelte e impaginate in automatico dai computer grazie ad un particolare software di selezione. Addio perciò, se il tutto fosse vero, a redattori grafici e photoeditor.

  L’annuncio di questa frastornante realtà tecnologica è arrivato dopo che da ieri è esplosa una feroce polemica perché il quotidiano, nella sua versione on line, ha illustrato un’inchiesta sulla violenza nelle scuole di Chicago ( 36 morti in un anno)  pubblicando nientemeno che 
un’immagine con le due bimbe del presidente Obama nell’atto appunto di recarsi, zainetto sulle spalle, nella scuola privata che frequentavano quando ancora abitavano nella città dei Grandi Laghi.

  " E’ stato un incidente  – ha affermato cercando di giustificarsi il direttore del quotidiano, Jhon Solomon, intervistato oggi da Greg Sargent dell’online Gawker – l’ha causato un difetto del programma che sceglie e mette in pagina in automatico le foto da pubblicare", assicurando poi che a monte della pubblicazione non solo non c’è stata nessuna decisione editoriale ma che, tra l’altro, per motivi tecnici nessuno dei suoi giornalisti ha avuto modo di accorgersi che le due scolarette ritratte erano le figlie di Obama. " Comunque, appena ci è stata segnata la svista – ha poi aggiunto – immediatamente abbiamo  rimosso l’immagine".

   La foto al centro della vicenda è uno scatto d’archivio dell’Associated Press che nella sua didascalia originale specifica che le due bambine sono Malia e Sasha, figlie del presidente Obama. " Ha fatto tutto il motore di ricerca – ha concluso Solomon – adesso, per evitare nuovi incidenti del genere, dovremo affinare maggiormente il programma che lo governa".

  Ora però non mancano interrogativi sull’esistenza o meno del software evocato da Salomon. Il dubbio che nelle dichiarazioni del direttore del giornale non ci sia nulla di vero nasce principalmente dal fatto che il Washington Times ( tiratura di centomila copie ) è un quotidiano ultraconservatore,  legato alla setta di Moon, quella del caso del vescovo Milingo, che nella capitale Usa cerca di opporsi al diffusissimo Washington Post ( settecentomila copie ). Il sospetto perciò è quello che la foto con le due bambine del presidente Usa sia stata abbinata per una scelta molto precisa all’inchiesta sulle terrificanti stragi nelle scuole di Chicago e che ora Salomon stia solo prendendo per i fondelli i suoi interlocutori.

  Noi fotoreporter del Gsgiv Alg , sinceramente, ci auguriamo che alla fine abbiano ragione i più increduli. Nel disastro che sta travolgendo il fotogiornalismo, ci manca solo infatti che le nostre foto finiscano pure ad essere scelte e impaginate in automatico da un calcolatore elettronico.