Continua a calare in Usa la fiducia nei media, ma resta sempre più alta di quella nel governo o nelle corporation
I dati del sondaggio annuale sui rapporti fra cittadini e informazione che il Pew Research Center conduce dal 1985 – Le fonti giornalistiche locali vengano percepite come più affidabili di quelle nazionali  e  la tv (soprattutto quella via cavo) continua ad essere il principale canale di informazione  – Il 66% del campione accusa i media di scarsa accuratezza, il 77% li ritiene propensi a schierarsi e l’ 80% si dice convinto che i giornali siano spesso influenzati dal potere – Ma quasi 7 su 10 persone del campione (69%) dicono di avere molta o qualche fiducia nell’ informazione giornalistica locale, mentre il 59% nutre lo stesso atteggiamento nei confronti delle testate nazionali – Mentre solo poco più della metà dice di credere nelle informazioni diffuse dal governo statale (51%) e dall’ amministrazione Obama (50)% – Ancora più basse le percentuali di fiducia nelle agenzie federali (44%), nelle grandi aziende (41%), nel Congresso (37%) o nei candidati che ‘corrono’ per qualche incarico (29%)- Cresce notevolmente intanto il ricorso a internet come principale fonte di informazione: Il 43% contro il 24% di quattro anni fa
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Continuano ad essere fortemente critiche le opinioni dei cittadini americani sulla credibilità dei media, ma nonostante questo le testate giornalistiche registrano un tasso di fiducia maggiore di molte altre istituzioni, inclusi il governo e le grandi aziende Usa.
E’ uno dei dati più significativi della Ricerca sui rapporti fra cittadini e media  che, a partire dal 1985, viene effettuato dal Pew Research Center ( Views of the News Media: 1985-2011).
Come si vede dalla tabella qui sopra, i giudizi sulla affidabilità delle testate giornalistiche sono molto più pesanti che nel 1985, con il 66% del campione che accusa i media di scarsa accuratezza, il 77% che li ritiene schierati a favore di una parte e l’ 80% che si dice convinta che i giornali siano spesso influenzati dal potere.
La convinzione secondo cui gli articoli siano poco accurati è molto diffusa: solo il 25% dice che in generale i giornali trattano i fatti onestamente, mentre il 66% ritiene che i servizi siano inaccurati. Quattro anni fa le percentuali erano del 39% e del 53%.
Gli americani danno però un giudizio nettamente diverso a seconda che si tratta dei media che utilizzano abitualmente o dell’ informazione giornalistica in generale. Se viene chiesto di giudicare la correttezza dei ‘’loro’’ media rispetto ai media in generale, la percentuale dei favorevoli è più che doppia: il 62% contro il 30%.
Ma, se le testate giornalistiche ricevono una bassa considerazione, ottengono in ogni caso più fiducia dei governi federale, statale e locale, dell’ amministrazione Obama e delle grandi aziende.
Quasi 7 su 10 persone del campione (69%) dicono di avere molta o qualche fiducia nell’ informazione giornalistica locale, mentre il 59% nutre lo stesso atteggiamento nei confronti delle fonti di informazione nazionale.
Mentre, come si vede nella tabella, solo poco più della metà dice di credere nelle informazioni diffuse dal governo statale (51%) e dall’ amministrazione Obama (50)%. Ancora più basse le percentuali di fiducia nelle agenzie federali (44%), nelle grandi aziende (41%), nel Congresso (37%) o nei candidati che ‘corrono’ per qualche incarico (29%).
Globalmente la televisione continua ad essere la principale fonte di informazioni a livello nazionale e internazionale. Attualmente il 66% del campione dice di informarsi principalmente attraverso la tv, mentre il 43% cita internet come principale fonte di notizie.  E si registra un certo cambiamento rispetto agli anni scorsi in quanto il gap tra televisione e internet si è ristretto: quattro anni fa la differenza era di tre a uno – il 74% citava la tv come principale fonte di informazioni rispetto al 24% di internet.
Nonostante la crescita dell’ informazione via internet è chiaro che la tv – soprattutto quella via cavo – è l’ elemento centrale nel processo di assorbimento delle informazioni giornalistiche. Quando viene chiesto cosa gli venga in mente per prima cosa quando pensa ai media giornalistici, il 63% dice la tv via cavo, con Cnn e Fox News ai primi due posti fra le testate. Solo un terzo (36%) cita le reti televisive nazionali e solo il 10% le emittenti locali, mentre meno del 5% menziona i giornali nazionali come il New York Times, Wall Street Journal o Usa Today.
Infine, è solo del 3% la percentuale di persone che citano un sito web.
Per quanto riguarda le aree politiche in cui il paese si riconosce, la ricerca rivela che il giudizio negativo nei confronti dell’ informazione giornalistica è perfettamente bipartisan e accomuna democratici e repubblicani.
In particolare, per quanto riguarda i democratici, il giudizio negativo è cresciuto dal 43% del 2007 al 64% del 2011, mentre la stessa percentuale per i repubblicani è salita nello stesso periodo ”solo” dal 63 al 69%; per gli indipendenti invece l’ aumento è stato di 10 punti, dal 56 al 66%.
Le differenze fra gli schieramenti sul giudizio relativo al ruolo di controllo dei media è sfumata negli ultimi anni. Nel 2007, sotto l’ amministrazione Bush, il 71% dei democratici e solo il 44% dei repubblicani ritenevano che la funzione critica della stampa fosse stata rilevante e fruttuosa. Ora, sotto la seconda amministrazione Obama, quella percentuale fra i democratici è scesa al 58% mentre fra i repubblicani è salita al 59%, con un gap di solo 1 punto.
La ricerca ha rilevato inoltre che la maggioranza degli americani preferisce una informazione senza un orientamento politico e questo dato è fortemente presente quando si parla di informazione online. Il 74% degli utenti della rete dicono di preferire fonti di informazione senza un preciso orientamento politico, contro il 19% di persone che invece preferiscono le fonti politicamente schierate.
I social network poi hanno ampliato i modi con cui le persone si informano. Circa un quarto del campione (il 27% degli adulti) dice di utilizzare regolarmente o a volte Facebook, Twitter o gli altri social network. La percentuale sale al 38% nella fascia d’ età sotto i 30 anni, e ora interessa anche un’ ampia fetta degli anziani, il 12% fra gli ultra-sessantacinquenni.
La maggior parte (il 72%) delle persone che si informano anche sui social media dicono di trovare comunque le stesse notizie che potrebbero trovare altrove, mentre solo il 27% sostengono che si tratta di informazioni diverse da quelle degli altri media. Se viene chiesto che cosa piace di più nell’ uso dei social network, le risposte spaziano dall’ apprezzamento per le tecnologie utilizzate alla velocità e al modo con cui i contenuti vengono organizzati, sia per la loro personalizzazione che per argomento.
FORTI CRITICHE AL COMPORTAMENTO DEI MEDIA
L’ atteggiamento negativo nei confronti del comportamento dei media ha raggiunto un livello record, secondo la Ricerca, con una percentuale di persone che accusano i media di essere influenzati dal potere (persone e strutture potenti) che ha raggiunto l’ 80%.
Altre accuse: mancanza di equilibrio (77%), tentativi di nascondere i propri errori (72%), articoli e servizi spesso non accurati (66%), orientamento di parte nella ricostruzione delle vicende (63%), scarsa considerazione dei protagonisti degli articoli (66).
TENDENZE A LUNGO TERMINE
Nel 1985, quando era iniziata questa rilevazione del Pew, la maggioranza del campione riteneva che spesso le testate giornalistiche erano influenzate dal potere e tendevano a favorire una delle parti in causa (entrambi col 53%). Ma nonostante questo molti americani – il 55% – ritenevano che le redazioni riportassero i fatti correttamente – contro il 34% secondo cui invece gli articoli erano spesso poco accurati. Ora la situazione si è nettamente capovolta, col 25% (corretta ricostruzione dei fatti) contro il 66% (scarsa accuratezza). Lo stesso accade per quanto riguarda l’ indipendenza: nel 1985 il 37% riteneva che i giornali fossero sostanzialmente indipendenti, mentre il 53% pensava che fossero spesso influenzati dal potere (uomini e strutture). Ora la forbice fra le due posizioni si è fortemente allargata: 15% (che parla di indipendenza) contro l’ 80% di chi è convinta della loro influenzabilità da parte del potere.
PROFESSIONALITA’
La maggioranza (57%) continua a ritenere le testate giornalistiche ”altamente professionali” (ma erano il 72% nel 1985), mentre il 32% li giudica ”non professionali” (erano solo l’ 11% per 1985). Mentre il 62% ritiene che nel loro lavoro presentino delle carenze e solo il 18% (erano il 21% nel 1985) ritiene che essi ammettono i loro errori.
LA DEMOCRAZIA
Per la prima volta in 26 anni il ‘partito’ di chi ritiene che i media possano danneggiare la democrazia e chi invece ritiene che la possano favorire sono alla pari: 42%. A metà degli anni Ottanta i secondi erano almeno il doppio dei primi.
Percentuali molto vicine anche quelle di chi pensa che i media ‘tifino’ per gli Usa (41%) e di quelli che invece accusano i media di essere ”troppo critici” col loro paese (39)%.
Sono ancora in maggioranza coloro che pensano che le critiche nei confronti dei politici contribuisca a evitare che essi facciano cose sbagliate. Oggi sono il 58%, mentre solo il 25% ritiene che le critiche della stampa intralcino il lavoro dei politici.
PIU’ FIDUCIA NEI MEDIA CHE NELLE ALTRE FONTI
Nonostante il loro declino nella percezione degli americani, questi ultimi ritengono le notizie ricavate dalle loro fonti giornalistiche più affidabili di quelle che vengono da altre parti, inclusi il governo e le aziende.
Le persone tendono a credere di più alle fonti giornalistiche locali – il 69% dice di crederci ‘molto’ (17) o abbastanza (52). Il 59% dice lo stesso per i media nazionali. Mentre il 59% dicono di avere molta (14) o abbastanza (45) fiducia nelle informazioni diffuse dalle fonti giornalistiche nazionali. Ma gli americani sono divisi a metà sulla credibilità delle informazioni che provengono dall’ amministrazione Obama: il 50% dicono di crederci parecchio o abbastanza, contro il 48% di coloro che non ci credono. Lo stesso vale per le informazioni provenienti dai governi dei singoli stati (51 contro 47%). Pochi poi hanno fiducia nelle informazioni diffuse dalle agenzie federali, dalle grandi aziende o dal Congresso.
E non ci sono differenze fra gli schieramenti politici.
LE PROPRIE FONTI SONO PIU’ ACCURATE DELLE ALTRE
Nonostante le considerazioni fortemente critiche sulla stampa e sulla accuratezza e correttezza del giornalismo prodotto, gran parte del campione si ritiene in grado di trovare notizie corrette. Sei su
dieci interpellati (il 62%) sostengono che le testate che generalmente usano per informarsi ricostruiscono i fatti in modo corretto, mentre solo per il 25% la stampa in generale mostra correttezza.
Mentre la gran maggioranza degli americani sostiene che l’ informazione giornalistica, nel suo complesso, tende a favorire una delle parti in campo (77%) il campione si divide quasi a metà se ci si riferisce alle testate abituali:metà  (49%) le giudice parziali, mentre un po’ meno dell’ altra metà (45%) le giudica imparziali.
TV E INTERNET LE FONTI PRINCIPALI
Le due principali fonti di informazione giornalistica per gli americani restano la tv e internet.
Due terzi (66%) dicono che ricavano dalla televisione la maggior parte delle informazioni nazionali e internazionali, mentre per il 43% la fonte principale di informazione è internet. Tre americani su 10 (31%) si orientano sui quotidiani, mentre segue la radio (19%).
Per la tv, come mostra la tabella, il tetto di utilizzo come prima fonte era stato registrato nel 2002, con l’ 82%.
Le testate più utilizzate per informarsi sono Fox News, citata dal 19%, e CNN (15%).
La tv è anche la fonte citata più frequentemente come fonte di notizie locali (59%). E anche i giornali vengono citati come fonte frequente di notizie locali in misura maggiore (39%) rispetto
all’ informazione nazionale (31%). Al contrario solo il 17% cita internet come la fonte principale di informazioni locali, meno della metà della percentuale di chi la ritiene la prima fonte di informazione nazionale e internazionale (43%).
Ma continua ad esserci una certa differenza fra le fasce d’età sul piano dell’ individuazione delle fonti principali di informazioni nazionali. Fra i minori di 30 anni internet sorpassa la tv come prima fonte di notizie nazionali e internazionali (65% contro 51%), mentre la tv supera le altre fra le persone con 65 anni e più, mentre nelle fasce intermedie la differenza è relativamente lieve (61% tv contro 51% internet).
Fra chi ha 65 anni e più i giornali come fonte di informazioni nazionali e internazionali supera di gran lunga internet (49% contro 15%).
In tutti i gruppi i quotidiani sono citati come più frequentemente come fonte di informazione locale che di notizie nazionali o internazionali.
Alla domanda sull’ andamento del numero di fonti disponibili, il 37% dice che sono in aumento, mentre il 13% ritiene che siano in diminuzione e il 47% pensano che la situazione sia stabile.
RICERCA DI INFORMAZIONI ONLINE: GOOGLE E YAHOO I SITI PIU’ POPOLARI
Più della metà di coloro che si informano su internet (il 51%) dicono che quando devono cercare notizie su un argomento o una vicenda specifica sulla Rete, vanno principalmente su siti che offrono link ad articoli di varie testate; il 43% invece dicono di andare direttamente sul sito web delle loro testate preferite.
Come si vede nella tabella, i siti più utilizzati da tutti gli utenti sono Google (21%), Yahoo (14%) e la CNN (13%), mentre Google è nettamente il sito preferito (35%) da chi si indirizza su siti web con link a varie testate.
LA MAGGIORANZA VUOLE NOTIZIE NON SCHIERATE
Il 63% degli americani preferisce fonti di informazione senza particolari orientamenti politici, mentre il 29% vogliono testate con un punto di vista politico. La preferenza per le prime cresce notevolmente (74%) nell’ online.