Francia: la riforma “light” degli aiuti alla stampa che scontenta l’on line

Aides

Doccia fredda per la stampa on line francese alla presentazione della tanto attesa riforma degli aiuti alla stampa. Poche misure, tutte riservate alla cara vecchia stampa cartacea. E per l’IVA ridotta, i siti transalpini dovranno ancora aspettare a lungo…

 

di Andrea Paracchini

 

 

Dopo un anno di discussioni, riunioni, commissioni e rapporti, ci si poteva onestamente aspettare di più dalla riforma degli aiuti alla stampa presentata la settimana scorsa in consiglio dei ministri da Aurélie Filippetti. Di fronte ai giornalisti, la ministra della Cultura e della Comunicazione ha da subito rassicurato quanti, in periodo di rigore, temevano tagli radicali. “La garanzia della libera diffusione delle idee e delle informazioni è alla base del funzionamento democratico della nostra Repubblica”: le sovvenzioni pubbliche alla stampa non si toccano.

 

E tuttavia, i tanti rapporti commissionati dai vari governi succedutisi avevano tutti confermato l’ inefficacia dell’attuale sistema – 800 milioni di euro nel 2012 – tanto complesso quanto incapace di accompagnare efficacemente il mutamento del settore. Ma la ministra – mossa dalla volontà di rendere questi aiuti “più intelligenti”, secondo le sue parole – sceglie di andarci coi piedi di piombo.

 

 

Tagli modesti ai sussidi alla diffusione

 

I tagli riguarderanno infatti solo gli aiuti diretti alla diffusione. Fino ad oggi lo Stato sosteneva tre modi concorrenti di diffusione: vendita a singola copia, consegna a domicilio e spedizione postale. D’ora in poi saranno privilegiati i primi due con un risparmio previsto di 32,5 milioni su un totale di 259. A saltare è infatti la compensazione che lo Stato versava alle poste francesi per calmierare le tariffe che quest’ ultima riservava alla stampa. Compensazione che verrà ridotta progressivamente, a partire dal 2014, su un arco di due anni, approfittando della scadenza della convenzione con il gruppo La Poste prevista per il 2015.

 

Le sovvenzioni alla consegna a domicilio, fortemente criticate nell’ultimo rapporto consegnato al ministro (a firma di Roch-Olivier Maistre), non saranno invece toccate. Schizzate nel 2009 (per effetto del piano Sarkozy) da 8 a 70 milioni all’anno, nel 2013 erano già state ricondotte a 33 milioni di euro, un importo giudicato adeguato dal ministero. D’ora in avanti però, i contributi saranno versati in base al numero di copie previste e non a quelle diffuse durante l’anno precedente. La stampa regionale, sino a oggi principale beneficiaria di questi aiuti, dovrà fare uno sforzo ulteriore per aprire la propria rete di distribuzione alla stampa quotidiana nazionale attraverso soluzioni mutualizzate.[1]

 

Un fondo per l’innovazione più moderno ma “esclusivo”

 

L’ accompagnamento all’ innovazione non subisce invece tagli, ma il fondo strategico per lo sviluppo della stampa (FSDP) viene riorganizzato: esperti di nuove tecnologie nell’organo di gouvernance, fine delle distinzioni fra stampa cartacea e on line e priorità ai progetti collettivi e particolarmente innovativi.

 

Come contropartita però, il fondo sarà riservato alla sola stampa di “informazione politica e generale” (IPG), un ristretto gruppo di 392 testate sulle 5.093 pubblicazioni registrate in Francia.

 

SpiilE questa è una prima ragione di scontento per il Sindacato indipendente della stampa on line (Spiil), che da sempre contesta i caratteri distintivi della stampa IPG. Senza contare che la stampa IPG è già la sola a poter beneficiare del fondo Google, ottenuto nel febbraio scorso.

 

Risultato, secondo Maurice Botbol, presidente dello Spiil:

 

“Un ristretto numero di titoli si vedrà così attribuire una manna finanziaria privata e pubblica sulla base di criteri obsoleti e discriminatori”

 

 

Ancora niente IVA agevolata per la stampa on line
 

Ma lo Spiil ha un altro motivo per manifestare la sua “viva delusione” nei confronti del progetto di riforma. Se infatti rimane l’IVA “super-ridotta” al 2,1% per la stampa cartacea (compresa quella non-IPG), la stampa on line, che tanto si era battuta per ottenere il medesimo trattamento, resta ancora una volta esclusa.

 

Impegnata in una dura trattativa con la Commissione Europea per salvare l’ IVA agevolata sul libro elettronico, Aurélie Filippetti ha voluto evitare di aprire unilateralmente un nuovo fronte di scontro con Bruxelles.

 

Proprio quello che invece lo Spiil aveva cercato di convincerla a fare. Secondo il sindacato infatti, in un eventuale contenzioso, la corte di giustizia dell’Unione Europea non potrebbe non ritenere discriminatorio il mantenimento di tassi di IVA differenti fra versione digitale e cartacea dello stesso prodotto o fra stampa ed editoria digitale, due settori della stessa industria culturale. Non abbastanza per convincere la ministra che così rimanda al 2014 un provvedimento in merito, quando nell’ambito della riforma della direttiva IVA sarà riuscita – cosa di cui lo Spiil dubita – a convincere i partners europei a includere la stampa on line nella lista europea dei beni e servizi che possono beneficiare di un tasso d’IVA ridotto.
Affaire à suivre… quindi.



[1] In maggio gli edicolanti hanno già beneficiato di un aiuto straordinario di un milione di euro dopo mesi particolarmente difficili in seguito ai numerosi scioperi che hanno paralizzato l’attività di Presstalis, principale attore della distribuzione in Francia