Una crisi profonda e strutturale. Indagine Agcom sul sistema dell’ informazione in Italia
Il sistema dei media sta vivendo una fase di forte ‘’discontinuità , dovuta ad un vero e proprio salto tecnologico’’, una discontinuità di ‘’entità tale da necessitare una reazione appropriata di tutte le componenti del sistema dell’ informazione’’, visto che questa trasformazione ha condotto il settore, ‘’sia a livello internazionale sia nazionale (e ancora di più a livello locale), ad una profonda e strutturale crisi’’.
E’ la conclusione che emerge dall’ indagine conoscitiva “Informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni”, condotta dall’ Agcom (sulla base della delibera n. 146), che ha ha esaminato ogni componente del sistema dell’informazione nazionale, investigando la direzione e la velocità del cambiamento che sta rapidamente coinvolgendo forme di consumo, modelli di business, modalità di generazione, composizione e offerta del prodotto informativo, fino ad arrivare alla natura stessa della professione giornalistica.
L’ indagine mostra, in particolare, come in Italia esistano degli ‘’ostacoli strutturali al cambiamento che non favoriscono l’ efficiente allocazione delle risorse con ricadute negative soprattutto per le fasce di età più giovani e per le donne.
La crisi del settore dell’ informazione contribuisce a rendere difficile, in questa fase, l’ ingresso e l’ affermazione di nuova occupazione penalizzando coloro che si sono appena affacciati alla professione e generando una frattura rispetto ai giornalisti già strutturati.
Il sistema attuale appare dunque incapace di creare le condizioni necessarie ad affrontare un cambiamento così radicale come quello in corso’’.
Uno dei tratti che segnano la fase attuale, come segnala l’ indagine, è il fatto che ‘’nel nuovo contesto tecnologico e di mercato è il consumatore a selezionare, ed in alcuni casi perfino a creare (anche per mezzo di servizi di aggregazione e di social news), una propria offerta. Spacchettamento delle notizie, fruizione da più apparecchi, disintermediazione e re-intermediazione del prodotto informativo sono tutti elementi che hanno contribuito ad indebolire la posizione degli editori classici, creando nuovi modelli di consumo e generando nuove posizioni di gatekeeping’’.
Questo richiede ‘’un radicale ripensamento del contesto istituzionale che ha contraddistinto l’evoluzione del sistema dei media negli ultimi cinquant’anni, e la definizione di un nuovo contesto di riferimento adatto alle nuove sfide. Come in ogni passaggio epocale, infatti, la crisi contiene in sé rischi di declino strutturale, ma anche straordinarie opportunità di rigenerazione’’.
L’ indagine, dopo un preliminare approfondimento sul concetto e sulle caratteristiche dell’informazione (che possono condurre a fallimenti di mercato), ha svolto un approfondimento sull’offerta, sia dal lato dei giornalisti sia da quello degli editori, per poi passare all’analisi della domanda di informazione, per indagare, anche attraverso indagini e verifiche empiriche, la nuova organizzazione del lavoro, le modalità di ricerca ed elaborazione della notizia, la responsabilità della veridicità ed attendibilità delle informazioni; il ruolo dei dispositivi mobili, le attitudini, le caratteristiche e i bisogni degli utenti. Nel condurre questa analisi, si è proceduto ad indagare e circoscrivere gli ambiti economici di riferimento, sia quelli classici (editoria e radiotelevisione), sia quelli emergenti (informazione online), in modo da delineare chiaramente il quadro complessivo degli operatori di informazione esistenti, e le tipologie di informazioni veicolate. Si è, inoltre, approfondito il tema delle modalità di finanziamento delle imprese di informazione attraverso un’analisi comparata delle risorse economiche e dei trend dei ricavi afferenti ai comparti classici editoriale e radiotelevisivo e al nuovo settore dell’informazione online, allo scopo di comprendere quali sono i modelli di business prevalenti e analizzare caratteristiche e conseguenze dell’impatto del web sull’industria editoriale e radiotelevisiva tradizionale.
A tal fine, l’Autorità ha approntato specifici strumenti e svolto una serie di attività e di approfondimenti, attraverso una molteplicità di fonti, che hanno riguardato l’intera filiera del sistema informativo. In particolare, una disamina della professione giornalistica è stata realizzata attraverso un’apposita rilevazione (Osservatorio sul giornalismo), condotta per la prima volta in Italia, su un ampio campione di professionisti dell’informazione, oltre che mediante le informazioni acquisite da tutte le fonti disponibili (OdG, INPGI), che hanno permesso la ricostruzione dell’universo della forza lavoro giornalistica.
Per l’analisi dell’offerta informativa, si è proceduto ad una specifica richiesta di informazioni, sotto il profilo redazionale ed economico, rivolta ad un campione rappresentativo di tutti gli editori nazionali e locali che producono informazione in Italia, con cui è stato possibile integrare i dati periodicamente raccolti dall’Autorità . Inoltre, per l’ esame della domanda di informazione, l’Autorità , grazie all’avvio di una collaborazione con il Reuters Institute for the Study of Journalism presso la University of Oxford, ha potuto avvalersi dei dati riguardanti l’Italia (e altri Paesi), relativi al consumo di informazione da parte dei cittadini.
Per stimolare una riflessione comune sui processi in atto e di condividere gli esiti dell’ Indagine con i principali attori del sistema informativo, l’ Autorità ha organizzato un evento per la presentazione dei risultati martedi 16 giugno, dalle ore 15.30 alle ore 18.30, presso il Senato della Repubblica, Sala Capitolare, Chiostro del Convento di S. Maria sopra Minerva, Piazza della Minerva 38.
Sarà l’ occasione – osserva una nota dell’ Agcom – ‘’per una discussione ragionata relativamente ad un comparto, caratterizzato da un’estrema complessità , ma essenziale nel processo di formazione dell’opinione dei cittadini e, conseguentemente in grado di influire sulla vita democratica di un Paese’’.