Festival del giornalismo: una tesi sul tema
Enrica Orrù, ex studentessa dell’Università di Genova, ha realizzato recentemente, una tesi di laurea per il Corso di Laurea magistrale in Informazione e Editoria dedicato ad un argomento che ci sta molto a cuore i festival del giornalismo. La tesi, che ha destato il nostro interesse e alla cui realizzazione abbiamo anche in piccola parte partecipato in qualità di organizzatori di una delle manifestazioni di cui l’elaborato si occupa, si intitola: “Gli spazi del dibattito sull’informazione in Italia. I festival del giornalismo” . L’elaborato è stato discusso a marzo e ha ottenuto il massimo del punteggio. Relatori della tesi sono stati la professoressa Marina Milan e la professoressa Nicoletta Buratti. Noi di Lsdi abbiamo deciso di pubblicare integralmente il lavoro di Enrica Orrù per permettere di analizzare al meglio il fenomeno.
Ecco alcuni estratti dal lavoro di Enrica e di seguito la tesi integrale, buona lettura !
” Il presente lavoro si propone quindi di realizzare un primo quadro espositivo dei festival per conoscere in modo più puntuale un fenomeno sempre più diffuso e in continua evoluzione, comprendere la loro recente qualificazione di spazi demandati al dibattito sull’informazione e valutarne la correlazione con lo scenario giornalistico. Per tale ragione, la tesi si è sorretta su una bibliografia di tipo multidisciplinare, forte inoltre della presenza diretta a eventi importanti e del contributo degli stessi organizzatori.Secondo stime diffuse, in Italia si organizzano ogni anno dai 1200 ai 1300 festival, mentre a livello europeo si parla addirittura di 6000 manifestazioni ascrivibili a tale tipologia. Negli ultimi anni, la loro crescita esponenziale ha portato sempre più studiosi a interrogarsi su tale fenomeno, di cui si riconoscono le potenzialità comunicative e turistiche. Ciononostante, in tanti concordano sull’abuso del termine festival, giustificato da ragioni di marketing derivanti dallo stesso successo di questo format culturale. Tale considerazione comporterebbe una drastica scrematura della stima iniziale riguardante i festival, secondo cui le manifestazioni organizzate annualmente nella sola Italia non sfiorerebbero nemmeno il centinaio.Un fenomeno particolarmente recente – e di cui si ha una menzione in un’inchiesta sul tema realizzata dall’Espresso – è il proliferare di manifestazioni dedicate al mondo dell’informazione, della comunicazione e del giornalismo.Il primo caso è il Prix Italia, il concorso internazionale della Rai nato nel 1948, ma dovremo aspettare gli anni Duemila perché questa fase evolutiva cominci a strutturarsi. Il 2007 è infatti l’anno di fondazione delle due più importanti manifestazioni: il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia e il Festival di Internazionale a Ferrara, organizzato dall’omonimo settimanale.
Una nuova ondata di festival si ha nel 2012 con la nascita di numerose manifestazioni, tra cui il Festival della Tv e dei nuovi media di Dogliani, il Festival Glocalnews di Varese, il festival del giornalismo online e digitale Dig.it di Prato, lo Scriba Festival di Bologna e l’itinerante Repubblica delle Idee, il festival
organizzato dalla testata La Repubblica.
È noto che, nonostante il trend positivo di nascita di manifestazioni a tema, il giornalismo non gode di ottima salute. Dapprima fu il passaggio dell’informazione dai media tradizionali alla Rete, la quale si è trovata a fare i conti sia con un pubblico di utenti poco inclini a pagare per i contenuti online sia con l’esigua propensione degli investitori a puntare sul mercato digitale, la cui pubblicità – realizzata di frequente attraverso l’inserimento di banner – non ha portato riscontri significativi, spesso svalutando la qualità dei contenuti online dipendenti da logiche di viralità (click-baiting) unicamente finalizzati a massimizzare il traffico della piattaforma.Alla crisi del settore giornalistico digitale del 2001 subentra la crisi economica del 2008, che ha colpito pesantemente il settore editoriale italiano: la diffusione dei quotidiani crolla, i lettori si spostano progressivamente sul web e gli investimenti pubblicitari diminuiscono rovinosamente, costringendo molte testate a ridimensionarsi o a chiudere (solo nel 2012, ben 60 aziende hanno dichiarato lo stato di crisi).In questo contesto, il giornalista è chiamato a riconfigurarsi completamente. Gli attori tradizionali del mercato informativo sono stati privati della loro esclusività con il subentro di nuovi competitor – come i blogger – non sempre qualificati, ma che tuttavia contribuiscono al flusso di notizie sul web. Inoltre, la comparsa della mobilità ha determinato un’ulteriore alterazione delle modalità di fruizione dell’utente, causando l’abbattimento dei limiti di spazio e tempo e il ribaltamento del rapporto tra pubblico e informazione: è l’informazione ad arrivare al pubblico e non viceversa (passaggio dai pull media ai push media); persuasive e capillari, le notizie devono saper cogliere l’attenzione frammentata degli utenti in un contesto in cui sono soprattutto i social a far da padroni: la nuova preghiera del mattino dell’uomo contemporaneo.
A occuparsi della rinnovata figura del giornalista è il Festival Dig.it, la manifestazione nata nel 2012 e interamente dedicata al giornalismo digitale e online. Il festival è realizzato dall’associzione Lsdi (Libertà di Stampa Diritto all’Informazione) e si svolge ogni anno a Prato. L’evento è prettamente indirizzato agli addetti ai lavori, con appuntamenti dal forte taglio professionalizzante che non precludono la partecipazione a chiunque sia interessato ai nuovi scenari dell’informazione online. Il festival affronta temi legati al mondo digitale attraverso l’organizzazione di panel generalisti, laboratori e lezioni per presentare al pubblico le tecniche e le novità del settore. Di anno in anno si conferma un festival che crede nelle sue potenzialità e che è già in grado di vantare alcuni risultati concreti ottenuti grazie alla manifestazione.
La Tesi integrale realizzata da Enrica Orrù