Ci prendono per scemi.
La “voce” proveniente dai “servizi”, secondo la quale 300 temibili “ceceni” starebbero per affrontare i nostri baldi giovani a Nassirya vende benissimo.
Nonostante la pronta smentita cecena, i giornali continuano a riproporla.
Nessuno, ma proprio nessuno, si chiede perchè i pochi guerriglieri ceceni si priverebbero di 300 combattenti per attaccare gli italiani in Iraq, un paese nel quale non paiono mancare i combattenti islamici, con migliaia di uomini in armi contro le truppe occupanti. Un paese minuscolo, dove la resistenza è al martirio da un decennio, che invia aiuti ad un paese enorme nel quale la resistenza prospera.
Dello stesso tenore il mantra che dice che è ovvio che in Iraq stiano aumentando gli attentati, perchè i “terroristi” sarebbero stati messi alle strette dalla formazione del nuovo governo, assurdo.
Abbastanza assurdo anche un articolobe di Repubblica sul Wazristan.
In Waziristan opera la “mission one” delle operazioni militari americane.
Obbiettivo la cattura di Bil Laden entro le elezioni americane.
Peccato che il reportage di Rampoldi non sia all’altezza dell’importanza di questa storia.
L’articolo dipinge i waziri come infidi guerrieri professionali, e l’esercito di Islamabad come fedele alleato americano.
La storia è piu’ complessa, in questi giorni è in corso la seconda operazione congiunta in Waziristan, la prima era mirata alla caccia agli “stranieri” ed è finita con i pakistani sconfitti che hanno anche dovuto pagare un grosso riscatto alle tribu’ ( http://italy.indymedia.org/news/2004/04/536062.php da qui a ritroso la storia).
Adesso l’operazione è incentrata su un attacco alle tribu’ ribelli in una regione aspra e montagnosa come la Svizzera (altra imprecisone, nell’articolo si dice che la regione è piu’ piccola dell’Umbria, ma questa non arriva agli 8000 kmq, mentre il Waziristan è di 11.500 kmq circa), tutti i commentatori asiatici scommettono sui tribali ancora una volta.
Infine l’articolo si chiude, dimostrando forse di essere “vecchiotto”, con la presentazione di un capo tribu’: Nek Mohamad, raccontandone le gesta di furbo ed infido voltagabbana, e gratificandolo di una riflessione beneaugurante: “I precedenti gli sono favorevoli”.
Peccato, Nek Mohamad è rismasto ucciso, ormai 3 giorni fa, in uno scontro con l’esercito pakistano.
http://www.atimes.com/atimes/South_Asia/FF19Df04.html
Moto mullah, Osami, Zawahiri e Zarquawi, la confusione regna sovrana, ci raccontano quello che riescono ad inventarsi, con un’approsimazione piu’ consona allo show business, l’informazione che vorremmo è tutta un’altra cosa è arrivata oggi dai due fotogiornalisti presenti nella Commissione nazionale contratto della Fnsi, Amedeo Vergani e Maurizio Papucci, che in un documento hanno chiesto ai vertici della Federazione nazionale della stampa di intervenire con rigorose iniziative di vigilanza che impongano agli editori di porre fine a questo vergognoso fenomeno che pone sempre più a rischio la credibilità di chi opera nell’informazione visiva.