“Nonostante lo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione, la concentrazione nei media resta diffusa. Non solo da noi. Aumentano i costi, e la concorrenza ammette solo pochi “vincitori”. E i media diventano uno strumento di pressione e propaganda politica.
Se non basta il mercato a garantire il pluralismo, occorre limitare il numero di licenze in capo a uno stesso operatore.
E non buttiamo via la norma sulla par condicio: la deregolamentazione in un mercato molto concentrato può generare gravi squilibri. Anche la concentrazione per la stampa quotidiana è più elevata di quanto potrebbe apparire: su scala locale abbiamo molti monopolisti. E nella carta stampata esistono perfino meno strumenti per frenare la concentrazione. Anche qui occorre pensare almeno in campagna elettorale a una regolazione diretta, secondo criteri di par condicio.
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