ROSE ROSSE PER BIAGI DA SCHIENEDRITTE RAI

L’ omaggio a ”un simbolo della libertà di informazione” nel giorno in cui il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha rinnovato l’ invito ai rappresentanti dell’ informazione a difendere libertà e pluralismo e a tenere la schiena dritta.
Cinquanta rose rosse sono state consegnate ieri sera dai giornalisti della rete “schienadritta” a Enzo Biagi, l’uomo diventato ormai – secondo la rete – ”un simbolo della libertà di informazione, che continua a subire attacchi virulenti per la sua indipendenza e il suo non asservimento ai poteri”.

Un omaggio – spiega una nota di ‘schienedritte’ -, ”ma anche un impegno a condurre insieme la battaglia perché lui e tanti altri tornino ad avere voce nel nostro Paese, nel giorno in cui il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha rinnovato l’invito ai rappresentanti dell’ informazione a difendere libertà e pluralismo e a tenere la schiena dritta”.

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Le voci del gruppo – a cui in pochi giorni hanno aderito un centinaio di giornalisti del servizio pubblico – sono sul sito www.schienadritta.it” .

Riccardo Chartroux, uno dei fondatori, e per ora coordinatore e moderatore unico del gruppo – [email protected] -, spiega:

Cosa spinge un gruppo di giornalisti che lavorano in Rai a mettersi insieme, a darsi collettivamente un nome che è uno slogan, cosa c’ è dietro quando all’ idea di pochi si associano in tanti, famosi e sconosciuti, affermati e alle prime armi? Poche semplici cose.

Il disagio innanzitutto, il disagio che in tanti proviamo ogni giorno. Guardiamo i nostri programmi e i nostri telegiornali, ascoltiamo i nostri giornali radio e ci diciamo: così non va.
Non è solo una questione di quanti secondi parlano il politico che ci piace e quello che ci piace meno. Il ruolo degli inviati vissuto sempre più con fastidio, l’utilizzo padronale di contratti a termine e colleghi ricattabili e ricattati, lo stravolgimento della gerarchia delle notizie, la sudditanza rispetto ai circuiti istituzionali delle notizie: agenzie, uffici stampa, soggetti forti capaci di imporre l’agenda del giorno e ancora le grandi agenzie internazionali che ormai fanno la gran parte delle nostre pagine esteri e ci impongono il loro racconto del mondo. Si potrebbe fare un convegno di parecchi giorni solo per descrivere la decadenza del nostro mestiere, e forse lo faremo
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e aggiunge:

Schiena dritta vuol dire quindi, per cominciare, alcuni semplici sì e no. Sì alle notizie, no alla loro manipolazione a fini personali e di parte. Sì al racconto dell’Italia e del mondo, no alle rappresentazioni di comodo, sì al mondo reale e no al pluralismo fatto di verità contrapposte che si legittimano solo per il potere cui fanno riferimento. I tecnici ci dicono che un giorno la grande rete integrata globale metterà tutti sullo stesso piano, e il racconto di Enzo Biagi varrà quanto quello di qualsiasi blog, e che la moltiplicazione delle voci ci darà il pluralismo e la libertà. Non credo che sia così, credo alla funzione sociale di una categoria professionale il cui lavoro è raccontare e garantire credibilità. E condizione essenziale perché questa categoria sopravviva è che sappia dimostrare, appunto, di avere la schiena dritta.