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SLOVENIA AL REFERENDUM PER SCONGIURARE RTV SOTTOMESSA AL GOVERNO


Il controllo della radio-televisione pubblica, le pressioni su Delo e su Dnevnik. La maggioranza di governo in Slovenia vuole decretare la fine del giornalismo indipendente. Da Osservatorio sui Balcani un articolo di Franco Juri, ex sottosegretario sloveno agli esteri.

”Si rischiano criteri di gestioni pegiori persino di qelli della lottizzazione alla Rai”

Domenica 25 settembre gli elettori sloveni saranno chiamati alle urne per decidere la sorte della nuova legge sulla radio-televisione slovena varata qualche mese fa dal governo Janša. I promotori della consultazione, che è potuta passare solo dopo che 30 deputati dell’opposizione liberale e socialdemocratica avevano firmato una nuova richiesta per salvare un’iniziativa popolare inficiata dalla maggioranza politica per una presunta formulazione incorretta del quesito referendario, sperano così di fermare in extremis una legge di chiara vocazione autoritaria.

La campagna per il referendum è in pieno svolgimento. Il governo difende a spada tratta la legge sostenendo la sua validità in quanto – secondo i suoi autori – renderebbe più trasparente ed efficace la gestione dell’ente, abbasserebbe i suoi costi e quindi il canone e migliorerebbe i programmi. Ma dall’altra sponda i promotori del referendum accusano la maggioranza politica di voler soprattutto imbrigliare l’informazione pubblica piegando e sottomettendo l’ente radiotelevisivo ad un suo controllo diretto. Infatti, secondo il modello di gestione voluto dal governo, ben 21 dei 29 membri del consiglio di programma saranno eletti dal parlamento, cioè dalla maggioranza politica. La compagine governativa eleggerà anche gran parte del comitato di controllo.

Secondo i suoi critici la legge trasformerà l’ ente radiotelevisivo sloveno da pubblico in statale, o peggio ancora, in governativo, avallando parametri di gestione ancor peggiori persino di quelli della altrettanto discutibile lottizzazione cui è sottoposta – ad esempio – la RAI.

La legge, oltre ad allarmare il giornalismo e parte della società civile slovena – quella più informata -, ha suscitato malcontento anche negli ambienti internazionali ed europei del settore. Dopo le critiche mosse alla legge dall’Associazione internazionale dei giornalisti, sono intervenuti preoccupati anche Karol Jabukowicz del Consiglio d’Europa e Werner Rumphorst primo consulente legale dell’EBU (l’Unione europea delle RTV pubbliche). Sulle pagine di »Mladina« non ha risparmiato bordate alla proposta del governo, che con la legge rischia di portare il modello radiotelevisivo sloveno, considerato attualmente tra i più avanzati e comunque meno politicizzati in Europa, indietro nella storia.

Segue .

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Un’ analisi della legge da parte di Franco Juri è qui .

Qui la posizione fortemente critica della Ifj.

E qui una sintesi di Millecanali.

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