Nei giorni scorsi il San Jose Mercury News ha messo a confronto due iniziative nel nuovo scenario dell’informazione (in USA ma non solo): Digg e Newstrust. Il quotidiano della Silicon Valley sottolinea fra l’altro gli obiettivi ben diversi dei due progetti, entrambi avviati due anni or sono: «il primo puntando a fare un sacco di soldi…l’altro sognando di arricchire la democrazia americana indentificando le fonti fidate nell’ammasso di informazione disponibile online». Digg si basa strettamente sulla popolarità delle news, rientra fra i maggiori 20 siti Usa più visitati e ha appena ricevuto una sonante iniezione di contante. Invece il non-profit Newstrust chiede agli utenti di giudicare un articolo in base a 10 fattori diversi, tra cui accuratezza, equilibrio, contesto e concretezza. Partendo dall’idea che oggi il giornalismo è in pericolo, Fabrice Florin, fondatore di Newstrust, ritiene che «la tecnologia può fare differenza» e mira all’espansione dell’ardente comunità di utenti che propongono articoli da recensire, comunità che ha già superato i 2.600 aderenti. Due modelli divergenti nelle dinamiche dell’informazione online—”Web news opposites”, titola l’articolo—comunque cruciali per il pluralismo e la diversificazione delle news nell’epoca del Web 2.0.