2005 ANNO SANGUINOSO, UCCISI 63 GIORNALISTI
I rapporti di Rsf e Cpj – 29 i morti in Iraq secondo l’ associazione francese
Nel 2005 63 giornalisti e 5 operatori dellÂ’informazione sono stati uccisi, oltre 1300 aggrediti o minacciati. Il 2005 è stato “l’anno più sanguinoso per la professione dal 1995”. I dati sono tratti da un rapporto pubblicato da Reporters sans frontières (qui).
Nel 2004 erano stati uccisi 53 giornalisti e 15 operatori dei media. Per il terzo anno consecutivo, si legge nel rapporto, il Paese più pericoloso per i reporter rimane l’Iraq, dove l’anno scorso sono stati uccisi 24 giornalisti e cinque operatori dell’informazione: “Dall’inizio dei combattimenti, nel marzo 2003, 76 giornalisti ed operatori dell’informazione sono stati uccisi in Iraq, più che nell’intera guerra del Vietnam dal 1955 al 1975”.
Nel 2005 almeno 1006 organi di informazione sono stati inoltre censurati e 70 cyberdissidenti imprigionati nel mondo. La censura è aumentata di più del 60%, soprattutto a causa “del degrado massiccio della situazione della libertà di espressione in Nepal”. E le prigioni sono “sempre più piene di giornalisti”, denuncia il rapporto: 32 in Cina, 24 a Cuba, 17 in Etiopia, 13 in Eritrea, 5 in Birmania.
I DATI DEL CPJ
Diversi* i dati forniti da unÂ’ altra associazione internazionale per la difesa dei giornalisti, il Cpj (Committe to protect journalists), che ha sede a New York, che ha segnalato nel 2005 lÂ’ uccisione di 47 giornalisti, 22 dei quali nel corso della guerra in Iraq.
Nel rapporto (qui) si afferma anche che due terzi dei giornalisti
uccisi sono stati assassinati per metterli a tacere o per
punizione.
Secondo il Cpj il numero di giornalisti vittime del loro mestiere e’
diminuito nel 2005 rispetto ai 57 del 2004 ma e’ ben al di sopra
della media annuale di 34 morti negli ultimi dieci anni.
In totale, dall’inizio della guerra nel marzo 2003, hanno
perso la vita in Iraq 60 reporter, due giornalisti in piu’
rispetto ai 58 rimasti uccisi dal 1993 al 1996 in Algeria.
Con quattro omicidi, le Filippine sono al secondo posto come
luogo letale per i giornalisti. Altri paesi in cui reporter
hanno perso la vita sono il Libano, la Russia, il Bangladesh, il
Pakistan, Sri Lanka e la Somalia.
* La diversità dei dati dipende da differenti criteri usati dalle varie associazioni per stabilire se gli attacchi ai giornalisti siano in relazione diretta con la loro attività professionale.