Anna Politkovskaya
I dati della World Association of Newspapers (WAN)
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Con l’ uccisione di due collaboratori della radio tedesca Deutsche Welle e della giornalista russa Anna Politkovskaya, sono saliti a 76 i giornalisti uccisi quest’ anno nel mondo.
Questo il dato diffuso dalla World Association of Newspapers (WAN), mentre Reporters sans frontières parla di 56 giornalisti uccisi.
Secondo i dati della Wan il 2006 si profila, purtroppo, un anno record, visto che in tutto il 2005 i giornalisti uccisi erano stati 58 mentre nel 2003 si erano registrati rispettivamente 72 e 53 uccisioni.
La lista dei giornalisti uccisi è qui .
I due giornalisti della Deutsche Welle – Karen Fischer, 30 anni, e Christian Struwe, 38, descriti come grandi esperti di Afghanistan – sono stati uccisi la notte fra venerdì e sabato da un gruppo di uomini armati di AK-47. Stavano dormendo sotto una tenda nella provincia di Baghlan, a nord di Kabul, ed erano diretti verso il sito archeologico di Bamiyan per un documentario. I loro effetti personali non sono stati rubati.
Anna Politkovskaya, è stata invece ammazzata sabato nel centro di Mosca. Un killer vestito in nero l’ha freddata a colpi di pistola nell’ascensore della sua abitazione
Pioniera della libertà di informazione in Russia e attiva paladina dei diritti della popolazione cecena, Anna Politkovskaya – 48 anni – lavorava al quotidiano Novaya Gazeta, una delle voci più critiche nei confronti del potere, ed era un volto ben noto del panorama informativo russo: molti colleghi la consideravano come lÂ’incarnazione della coscienza professionale, e nonostante i contrasti con il potere lÂ’avevano insignita nel 2000 dellÂ’equivalente russo del premio Pulitzer americano, il “Penna dÂ’oro”.
Il pubblico oltre confine lÂ’ha conosciuta per un suo libro di forte impatto emotivo sulla guerra in Cecenia, “Viaggio allÂ’inferno – diario ceceno”, dove, con documentata precisione, aveva ricostruito i tanti abusi commessi dalle forze russe e dai loro alleati locali ai danni della popolazione civile.
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IFJ: AFGHANISTAN, UN PAESE PERICOLOSO
In occasione del secondo
anniversario il 9 ottobre delle prime elezioni in Afghanistan
dopo la caduta del regime integralista dei Taleban, la
Federazione internazionale dei giornalisti invita le
organizzazioni di reporter di tutto il mondo a mostrare la
propria solidarieta’ nei confronti dei colleghi afghani.
A due anni dall’elezione del presidente Hamid Karzai – si
legge sul sito online dell’Ifj – ”l’Afghanistan rimane uno dei
Paesi piu’ pericolosi al mondo per i giornalisti”.
Secondo la Federazione, ”le condizioni di sicurezza
continuano a peggiorare e gli operatori dei media afghani non
possono fare altro che lavorare in un ambiente a rischio”.
”La violenza contro i cronisti – conclude la Federazione – e’ utilizzata comunemente per mettere a tacere voci
indipendenti”.
Tra i reporter vittime della violenza in Afghanistan c’e’
anche la catanese Maria Grazia Cutuli. Inviata del ‘Corriere
della Sera’, fu uccisa a colpi di arma da fuoco il 19 novembre
2001 sulla strada che collega Jalalabad alla capitale Kabul.
Insieme con lei furono assassinati l’inviato dello spagnolo ‘El
Mundo’ Julio Fuentes, il cameraman australiano Harry Burton, e
il fotografo Azizullah Haidari. (ANSA).