La quota di mercato della pubblicità internet rispetto al totale del mercato è destinata a crescere, da qui al 2008, fino al 6,5 contro il 4,5 del 2005. E nel Regno Unito quest’anno la raccolta potrebbe arrivare a due miliardi di sterline, superando così quella della stampa – Sono alcuni dei dati segnalati da Vittorio Zambardino in un post su Scene digitali.
In un post su Scene digitali – Pubblicità web, il boom c’è stato ma ce ne accorgiamo soltanto ora Vittorio Zambardino fa riferimento alle analisi di due agenzie – ZenithOptimedia e Price Waterhouse Cooper.
ZenithOptimedia, una società che fornisce dati ritenuti tra i più validi nell’industria editoriale – spiega Zambardino – oltre a ritenere che da qui al 2008 la pubblicità sul web crescerà fino al 6,5 %, sottolinea che – cosa che conta ancora di più – ‘’supererà la pubblicità all’aperto e si metterà alle spalle presto anche la radio.
Quanto alla Gran Bretagna, Zambardino rileva che la Internet Advertising Bureau (IAB) ha condotto insieme a Price Waterhouse Cooper un ricerca dalla quale viene fuori che
‘’nel 2005 la pubblicità on line è cresciuta del 66,6% anno su anno (…). Intrattenimento e informazione on line ne hanno beneficiato (+ 44%, 334 milioni di sterline) al punto da aggiustare i bilanci dei media “tradizionali”. Alla flessione del 5,1% nel campo della pubblicità classificata sui giornali ha fatto riscontro il vero e proprio boom di quella on line (anche se, certo, qui ci sono altri protagonisti a contendere la torta ai mezzi tradizionali). Il settore della classificata su internet è cresciuto del 62% dell’anno precedente. A tirare davanti a tutti la ricerca di lavoro e di “teste” e il mercato automobilistico’’.
Secondo gli autori della ricerca, aggiunge Zambardino,
‘’tutto ciò significa che quest’anno la raccolta potrebbe arrivare a due miliardi di sterline. Cioè l’on line potrebbe superare la stampa. Lo ripetiamo in altre parole: ci sarebbe più pubblicità on line che sui giornali. Rivoluzione? No, tendenza. I fatti che crescono, mese dopo mese’’.
Quanto all’Italia,
‘’per anni – sottolinea Zambardino – è andata col passo della lumachina. Chi frequenta i giornali e i siti internazionali ha udito più volte e con vergogna i dati tedeschi e francesi, oltre che britannici, dell’anno scorso. Per non parlare degli spagnoli, che sembrano vivere in un universo parallelo al nostro, ma il loro è pieno di luci e cotillons. Eppur si muove, l’Italia.
Layla Pavone è il presidente di IAB Europe oltre che una signora che nel mondo della pubblicità on line ci sta dall’inizio. Dice: “A febbraio c’è un 50% sullo stesso mese dell’anno scorso”. Che cos’è? Siamo italiani, scaramantici e troppo abituati a soffrire, come i tifosi di quelle squadre tanto amate quanto avare di gioia – nomi: Inter, Lazio, Napoli. Però la barca sembra proprio aver ripreso il mare.
Ma la novità – dice ancora Zambardino – è che la barca ha ripreso mari nuovi, non quelli dei banner e della pubblicità on line fatta per essere vista e rifiutata dall’utente. Non solo perché il settore che più tira nel boom inglese è la ricerca (+78%), cosa che avviene in tutti i mercati nazionali. Ma anche perché quella che viene comprata (e venduta) è pubblicità che chiede risultati, certificabili, visibili, concreti. Nel 2000, per qualche mese, qualcuno pensò, come in ogni rivoluzione, che i vecchi sistemi di misura fossero morti e che l’innovazione in corso fosse già un mezzo maturo ed efficace. Stavolta non ci pensa nessuno: la pubblicità deve funzionare, dev’essere interattiva, deve farsi ricordare. La parola chiave è pur sempre l’innovazione. La notizia è che l’innovazione sta nel cuore dell’industria (dei media) che sta cambiando a passo di corsa’’.