Grazie all’ampia diffusione di video-phone e mini-camere digitali, stiamo entrando alla grande “nell’era del citizen journalism”. Nel caso qualcuno fosse distratto, ce lo ricorda un articolo su USA Today, in cui si segnalano eventi di varia natura avvenuti di recente in diverse località statunitensi, immediatamente ripresi da qualcuno e rilanciati su internet, dove hanno subito trovato “grande attenzione nazionale e finanche internazionale”. L’occhio di “little brother” apre così le porte al giornalismo diffuso e di base. Analoga riflessione arriva dal pionere dell’e-journalism Dan Gillmor: commentando uno di tali episodi, segnala il fallimento del fotogiornalismo professionale: «I professionisti hanno un problema. Non possono affatto competere nella media-sfera del futuro. Stiamo entrando in un mondo dove la creazione di media e l’accesso saranno onnipresenti».