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DALLA TV DEI PROFESSORI ALLA TV DEFICIENTE


‘’Dalla tv dei professori alla tv deficiente; la Rai della Seconda repubblicaÂ’Â’: è il titolo del nuovo lavoro che Roberta Gisotti ha pubblicato in questi giorni con Nutrimenti ————–

Roberta Gisotti, già nota per la sua battaglia contro il ‘’mostro’’ Auditel, racconta gli ultimi 13 anni della Rai, scanditi da 8 consigli di Amministrazione e 13 presidenti che hanno nominato una decina di direttori generali e decine e decine di direttori e vicedirettori di divisioni, reti, strutture, telegiornali, dipartimenti, consociate e di tutto quanto rientra nell’ottica della spartizione di un potere suddiviso in mille rivoli.

Ovvero – potrebbe essere un altro sottotitolo -, come tentare di realizzare l’obiettivo esplicitato da Licio Gelli nel “Piano di rinascita democratica” della P2: “dissolvere la RAI-TV in nome della libertà di antenna”.

Tentativo che, per fortuna, non è andato in porto. Tanto che, come osserva Giovanni Valentini nella prefazione al libro – che pubblichiamo qui di seguito – ‘’con l’apprezzabile sforzo di ricostruire gli ultimi anni di vita della Rai, dal 1992 al 2006, questo libro offre un contributo anche per immaginare il futuro del Servizio pubblico’’.

Un ‘’tema cruciale per la vita democratica del Paese – spiega Roberta Gisotti -, al di là degli schieramenti governativi. Per questo in appendice sono riportati gli scenari televisivi di alcuni Paesi europei e riportati i criteri di gestione e governo delle Tv pubbliche’’.

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La Rai, centro del sistema dellÂ’ informazione


‘’La Rai non è soltanto la più grande azienda culturale del Paese, come ripete uno slogan ormai abusato
– scrive Giovanni Valentini nella Prefazione del libro -. E’ anche il sismografo più sensibile della vita politica nazionale. Ed è soprattutto l’epicentro o il fulcro di tutto il sistema dell’informazione. L’anomalia della concentrazione pubblica televisiva che supporta e giustifica quella speculare privata: tre Reti contro tre Reti, come i “pezzi” sulla grande scacchiera della Tv e della pubblicità.

A dispetto dell’omologazione reciproca in atto ormai da molto tempo, e a differenza del suo diretto concorrente, alla Rai spettano però il ruolo, la funzione e la responsabilità del Servizio pubblico a cui fa fronte il canone d’abbonamento. Da qui, appunto, la sua rilevanza sociale oltreché economica e politica. E da qui, anche l’importanza di un libro come questo che racconta “La Rai della Seconda Repubblica”, nel passaggio tanto cruciale quanto infinito “dalla Tv dei professori alla Tv deficiente”.

Non è certamente un caso che Roberta Gisotti sia anche l’autrice di un altro libro sulla “Favola dell’Auditel”. Il ricatto dell’audience, con il meccanismo perverso degli ascolti che condizionano la qualità e la scelta dei programmi, è infatti all’origine della degenerazione che corrode e corrompe la produzione del Servizio pubblico. Un tradimento ripetuto e continuo della propria missione che snatura l’azienda, rinnegandone l’identità e la vocazione.

La tripartizione delle Reti pubbliche televisive, come tutti sanno e possono verificare quotidianamente attraverso il video, non corrisponde e non ha mai corrisposto ad alcuna pianificazione editoriale né commerciale o pubblicitaria. E’ il prodotto di una lottizzazione politica, cioè di una spartizione fra i partiti e nei partiti, che risale indietro nel tempo e ormai appartiene al codice genetico dell’azienda, al sua Dna. Una rete al maggior partito della maggioranza di governo, una divisa tra i suoi alleati minori e un’altra, infine, assegnata come una riserva indiana all’opposizione. E poi, all’interno di ciascuna Rete, un’ulteriore suddivisione di testate e testatine, telegiornali e giornali radio, programmi e rubriche, poltrone e poltroncine, fra le “componenti” (come si chiamano oggi le vecchie correnti) dei diversi partiti e partitini.

E’ proprio da questa doppia sudditanza – alla politica e alla pubblicità – che va affrancata la Rai per restituirla alla sua funzione di Servizio pubblico, ammesso che l’abbia mai svolta veramente. Da una parte, un vertice sottratto alla subalternità ai partiti, autonomo e indipendente, rappresentativo delle competenze e anche delle categorie sociali. Dall’altra, un finanziamento che provenga essenzialmente dal canone, magari in linea con quello delle altre Tv pubbliche europee, per liberare la programmazione dall’ipoteca degli ascolti.

Con l’apprezzabile sforzo di ricostruire gli ultimi 14 anni di vita della Rai, dal 1992 al 2006, questo libro offre un contributo anche per immaginare il futuro del Servizio pubblico. Un futuro degno del suo ruolo, ma anche delle tante professionalità che lavorano all’interno dell’azienda. E soprattutto, rispettoso degli utenti, dei loro diritti e delle loro legittime aspettative di cittadini.

Giovanni Valentini

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*Roberta Gisotti, giornalista, lavora a Radio Vaticana. Consulente Rai da molti anni, ha pubblicato La nascita della terza pagina (1986) e La favola dellÂ’Auditel (2002).

Per Nutrimenti ha già pubblicato, nel 2005, La favola dell’Auditel. Parte seconda: fuga dalla prigione di vetro.

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