1- Iraq: sale a 96 il numero dei giornalisti uccisi nel conflitto
2 – Nepal: abolita la legge repressiva sui media
3- Eletto il nuovo Consiglio dei diritti della persona dellÂ’ ONU
4 – Filippine. ucciso un altro giornalista
5 – Ucraina: un progetto dellÂ’Unione europea per lÂ’accesso dei cittadini alle informazioni sanitarie
6 -Diminuisce la violenza in Venezuela
1- Iraq: sale a 96 il numero dei giornalisti uccisi nel conflitto
Gli ultimi professionisti uccisi sono due addetti della rete tv americana – Paul Douglas, operatore, e James Brolan, fonico – colpiti a morte il 29 maggio durante un attacco a una unità militare a Bagdad. Erano entrambi ”embedded”, incorporati nell’ unità Usa. Gravemente ferita nell’ attacco anche una giornalista della Cbs, corrispondente da Bagdad, Kimberly Dozier.
La situazione della sicurezza in Iraq è sempre più allarmante e anche i giornalisti ”embedded”, maggiormente protetti, non vengono risparmiati.
Dei 96 giornalisti e operatori che hanno perso la vita dall’ inizio della guerra, nel marzo 2003, ventidue erano stranieri.
2 – Nepal: abolita la legge repressiva sui media
Due settimane dopo le manifestazioni di massa che a fine aprile avevano costretto il re Gyanendra a mettere fine al suo regime autocratico e a restaurare il potere del Parlamento, i legislatori hanno approvato l’ abolizione di una legge sui media fortemente criticata perché ritenuta troppo restrittiva della libertà di espressione.
Ratificata dal re nell’ ottobre del 2005, la legge proibiva le trasmissioni di notiziari radio sulle onde, decuplicava le ammende per la diffamazione e vietava qualsiasi informazione ritenuta critica nei confronti del re e della sua famiglia.
3- Eletto il nuovo Consiglio dei diritti della persona dellÂ’ONU
Si è aperto il dibattito sul nuovo Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, eletto lo scorso 10 maggio. La sua composizione divide le associazioni che si occupano di libertà d’espressione. Secondo Human Rights Watch (http://www.hrw.org/english/docs/2006/05/10/global13343.htm), il risultato costituisce un miglioramento importante rispetto alla precedente commissione, molto contestata perché includeva tra i suoi membri alcuni dei regimi più repressivi del mondo.
La Federazione internazionale dei giornalisti (http://www.ifj.org/pdfs/UN100506.pdf) ha mantenuto posizioni prudenti, mentre le critiche maggiori sono giunte da Reporters sans frontières (RSF), che ha definito (http://www.rsf.org/ar icle.php3?id article=17743) uno scandalo l’elezione in Consiglio di paesi come l’Algeria, l’Arabia saudita, l’Azerbaidjan, il Bangladesh, la Cina, Cuba, la Nigeria, la Russia e la Tunisia. «Che vittoria per loro e che scandalo per le Nazioni Unite» ha dichiarato RSF.
Il Consiglio si riunirà almeno tre volte l’anno, e sarà tenuto a passare in rassegna periodicamente i dossier di tutti gli stati membri dell’ONU in materia di diritti della persona. La riunione inaugurale si terrà il prossimo 19 giugno: tra i primi temi in agenda, l’adozione di un nuovo trattato contro le scomparse (al quale si oppongono gli Stati Uniti) e delle risoluzioni per alcuni paesi in crisi come il Darfour e l’Ouzbékistan.
4. Filippine: ucciso un altro giornalista
Il 22 maggio è stato ucciso Fernando « Dong » Batul, colpito da sei proiettili sparati da alcuni sconosciuti in motociclettra mentre si recava al lavoro a Puerto Princessa, nell’ isola di Palawan. Batul, 34 anni, era un noto commentatore di una trasmissione del mattino di DYPR, una radio che fa capo al Palawan Broadcasting Corporation. Batul era noto come un critico molto severo del sindaco di Puerto Princesa, Edward Hagedorn, ed era stato vicesindaco di quella città .
Cresce quindi sempre di più l’ allarme per la sicurezza dei giornalisti nelle Filippine, già molto forte dopo gli omicidi avvenuti nei giorni scorsi del fotografo Albert Orsolino e del cronista Nicholas Cervantes, e dopo gli attentati falliti ad altri due reporter. Gli omicidi contro i giornalisti, secondo il Center for Media Freedom and Responsability (CMFR) continuano nel Paese nellÂ’impunità generale. Secondo uno studio recente (http://www.cmfr-phil.org/fffj1.htm) , sono stati oltre 50 i reporter uccisi dopo il ritorno della democrazia nel 1986. Solo due sono state però le condanne.
5. Ucraina: un progetto dellÂ’Unione europea per lÂ’accesso dei cittadini alle informazioni sanitarie
Venti anni dopo l’esplosione di Chernobyl, che ha provocato uno dei peggiori disastri ambientali della storia, i cittadini hanno poco accesso alle informazioni sanitarie e alle ripercussioni della vicenda. Per combattere questa lacuna, ARTICLE 19 ha lanciato il progetto «Rinforzare le capacità locali per promuovere la libertà di informazione sulle questioni ambientali in Ucraina» finanziato dalla Commissione Europea (http://www.article19.org/pdfs/press/chernobyl-statement-eng.pdf). Tra le attività in programma, oltre alla distribuzione di informazioni sanitarie a Kiev, Donetsk e Lvov anche la pressione presso il Parlamento per chiedere un maggiore accesso alle fonti di informazione.
6.Diminuisce la violenza in Venezuela
La violazione della libertà d’espressione in Venezuela nel 2005 si è dimezzata rispetto all’anno precedente, ma si è accresciuto il numero delle persone vittime di questi episodi: sono i principali dati emersi da uno studio dell’Istituto Prensa y Sociedad (http://www.ipys.org.ve/informes.htm). Tra gli episodi più frequenti l’intimidazione e l’arresto. Il dossier esplora anche la pratica giornalistica nel Paese e analizza come l’autocensura viene applicata nelle redazioni.