Un nuovo allarme da un commentatore del Washington Post pubblicato con rilievo da editors weblog ————–
Riuscirà il giornalismo investigativo di approfondimento a resistere ai recenti tagli dei budget imposti a tante redazioni anche negli Usa? Howard Kurtz del Washington Post non pensa che sarà così. Il tema è stato ripreso recentemente da editors weblog , che – cosa importante perché il blog è l’ espressione degli editori – pubblica con rilievo le riflessioni di Kurtz.
In un suo recente commento sul WP Kurtz sollecita lÂ’ industria a riconsiderare lÂ’ impatto delle restrizioni budgetarie.
I tagli recenti alla Reuters, per esempio, hanno spinto i giornalisti a chiedersi fino a che punto ci si possa aspettare che i redattori rimasti debbano lavorare più duramente per meno salario.
Kurtz fa riferimento in particolare al grosso lavoro investigativo che molti giornalisti hanno fatto in relazione alle vicende di corruzione nelle alte sfere del governo Usa. Egli teme che i recenti tagli dei budget significhino ‘’meno persone a spulciare fra I fascicoli nei municipi , nei ministeri o nelle agenzie federali’’.
Si chiede Kurtz: “con il declino della diffusione dei giornali e degli spettatori dei canali di informazione televisiva, come potranno fare queste testate a mantenere questo (alto) livello di giornalismo investigativo?’’. Una questione incredibilmente rilevante, visto che ogni settimana ci sono notizie di nuove ondate di licenziamenti.
Il direttore generale della Reuters Tom Glocer ha annunciato tagli del 30% nelle spese degli spostamenti. In una redazione che si definisce per il suo carattere internazionale, i giornalisti temono che i tagli possano indebolire il loro lavoro.
Dice un redattore anonimo: ‘’E noi ci irritiamo per il fatto che ai giornalisti della Reuters, che spesso lavorano in condizioni pericolose ed estremamente difficili ai massimi standard professionali, viene chiesto di lavorare di più e di guadagnare di meno, mentre Glocer e i suoi scagnozzi si arricchiscono per iniziative del management che hanno successo solo per il lavoro delle redazioni, il cuore del marchio Reuters’’.