Come ampliare la portata e i
contributi del cittadino comune all’interno del
villaggio globale, superando l’attuale cerchia
ristretta alle persone tecnologicamente più
esperte? E’ una delle domande che si pone (e ci
pone) un editoriale apparso su OhmyNews
International
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Se l’attenzione forsennata per i blog (dove pochi
possono vantare un ampio seguito e ancor meno
sono quelli che ci guadagnano qualcosa) riesce a
diventare parte della “psiche pubblica” perchè
non può succedere lo stesso con il citizen
journalism? Come ampliare la portata e i
contributi del cittadino comune all’interno del
villaggio globale, superando l’attuale cerchia
ristretta alle persone tecnologicamente più
esperte? Queste le domande che si pone (e ci
pone) un editoriale apparso recentemente sulla testata Ohmynews international.
Sotto il titolo ”Portare il Citizen
Journalism alle masse: come trasformare Joe
Public in un citizen journalist”, Raymond McDonald
spiega che lo studio ravvicinato dell’impatto di
«forum e blog su Internet da quanto sono
diventati mainstream nel 2004» dimostra che
soprattutto i secondi hanno assunto un ruolo
centrale nell’informazione online, con continui
riferimenti e rilanci a tutto tondo. Ma al pari
delle discussioni ormai in voga su qualsiasi
argomento, «ci si può considerare fortunati se i
vari post vengono letti da poche centinaia di
persone, al massimo da un paio di migliaia».
Al confronto, il citizen journalism promette
qualcosa in più di forum e blog, anzi quel che è
necessario è l’integrazione continua di questi tre
aspetti dell’attuale scenario dell’ informazione dal basso.
Suggerisce McDonald:
«Il segreto per avere maggiori collaboratori è
creare una comunità ; un forum in cui i citizen
journalist possano discutere le idee, gli
articoli, le notizie di altre fonti e qualsiasi
altra cosa che dovesse interessarli,
coinvolgerebbe meglio i reporter con il sito e
migliorerebbe la qualità del giornalismo». La
scoperta dell’acqua calda? Forse, ma non è
comunque una roba semplice.
E pur se qui il riferimento esplicito è a OhmyNews, in poco tempo divenuta
una delle maggiori testate d’informazione nella
Corea del Sud e due anni fa estesasi a
un’ edizione internazionale, è
ovvio che la formula vale per tutti i giornalismi
possibili.
E se provassimo anche noi a
collaborare in una simile ricetta?
(bernardo parrella)