Robert Fisk
Robert Fisk: la Palestina condannata anche attraverso gli slittamenti semantici Un articolo su Z-net Circa due anni fa, la parola “insediamenti” fu rimpiazzata da “quartieri ebraici” […] la terra palestinese “occupata” fu descritta in maniera più morbida […] come terra palestinese “contesa” […] Poi c’è il “muro”, […] sempre più spesso oggigiorno, i giornalisti lo definiscono una “recinzione” […] sebbene il grande serpente di calcestruzzo e acciaio che si snoda nella parte est di Gerusalemme sia più alto del vecchio muro di Berlino. […] L’effetto semantico di questo offuscamento giornalistico è chiaro. […] il solo fatto di protestare violentemente contro qualcuno di questi fenomeni fa apparire la popolazione palestinese come generalmente malvagia. Con il nostro uso del linguaggio noi li condanniamo.
E l analisi che il giornalista inglese Robert Fisk fa del meccanismo semantico con cui vengono generalmente descritte le vicende israelo-palestinesi in un articolo su Z-net.it .