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TV: FUGA IN MASSA DAGLI SPOT NELL’ ERA DIGITALE



Il 99% dei telespettatori che usano videoregistratori personali digitali salta la pubblicità commerciale – I risultati di una ricerca della Nielsen in Usa in un articolo di Bernardo Parrella su apogeonline
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Documento senza titolo

Quasi tutti i possessori di videoregistratori digitali usano la funzione di avanzamento rapido per saltare gli spot commerciali inseriti nei programmi Tv.

Questo il dato saliente di una recente indagine curata da Nielsen, dove si rileva che analoghi rating – spiega Bernardo Parrella in un articolo (Usa, come cambia la tv nellÂ’ era digitale) su apogeo online – valgono sia per chi segue i programmi in diretta sia per chi registra e li guarda a distanza di giorni, sempre tramite i videoregistratori digitali (meglio noti con gli acronimi Pvr e Dvr, per indicare, rispettivamente, Personal Video Recorder e Digital Video Recorder).

Lo scorso febbraio – secondo lo studio della Nielsen -, dei telespettatori tra i 25 e i 54 anni che seguivano American Idol su Fox e Desperate Housewives su ABC, appena l’1% ha visto anche le relative inserzioni pubblicitarie. Invece gli spettacoli di prima serata più seguiti su CBS (CSI) e NBC (Emergency Room), hanno raggiunto l’8,1% e il 6,7%, rispettivamente. Combinando due nuove tecniche messe a punto lo scorso autunno dall’agenzia di rilevazioni (il Dvr rating e il minute-by-minute, che consente di stabilire quante persone restano sintonizzate durante gli spot), si arriva dunque a stabilire che uno degli usi più diffusi, e sagaci, del Dvr è il salto pressoché totale della pubblicità.

Ma finora – osserva Parrella – il mono dell’intrattenimento, e della Tv in particolare, si è mostrata poco propensa, o comunque assai lenta, a testare business model diversi da quello stagionato in vigore tutt’oggi.

Non a caso lÂ’avvento dei videoregistratori personali digitali ha avuto origine con TiVo* e ReplayTV, due start-up di Silicon Valley prive di alcun legame con lÂ’industria dellÂ’intrattenimento.Il miracolo del TiVo – spiega ancora Parrella – è quello di consentire a ogni spettatore di creare il proprio canale televisivo privato: tra le numerose opzioni disponibili, si possono mettere in pausa programmi che vanno in onda in diretta, guardarne uno dallÂ’inizio mentre lo si sta ancora registrando oppure se ne registrano altri due, tornare indietro nel programma in diretta per seguirne lÂ’inizio, saltare indietro per rivedere scene e dialoghi poco chiari, scorrere le scelte della programmazione con due settimane di anticipo. E poi c’è una delle funzioni più amate, appunto, il fast-forward per saltare gli spot pubblicitari.

TiVo continua così a imporsi come motore trainante per la penetrazione nelle famiglie statunitensi del videoregistratore personale, oggi a quota 6 milioni con stime di 30 milioni entro il 2009. Una trasformazione complessiva che avrà effetti di ampia portata nella società, come suggerisce J. D. Lasica, giornalista e autore del libro Darknet: la guerra di Hollywood contro la generazione digitale (di prossima pubblicazione in Italia).

Nel capitolo dedicato all’evoluzione della Tv nell’ecologia digitale, Lasica scrive tra l’altro: «Gli appassionati dei videoregistratori personali suggeriscono ci fa risparmiare tempo, adatta la Tv ai nostri ritmi quotidiani anziché l’opposto, ci permette di portare alla luce programmi preziosi, ci affranca dai tre anni che altrimenti spenderemmo guardando spot pubblicitari nel corso della vita».

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* Su TiVo vedi anche http://www.rai.it/news/articolonews/0,9217,80424,00.html