TV:UNA CAMPAGNA PER BANDIRE LA PUBBLICITA’ COMMERCIALE DALLA TELEVISIONE PUBBLICA BELGA FRANCESE


Una petizione di RESPIRE, unÂ’ associazione senza fini di lucro fondata da giornalisti e intellettuali nel novembre scorso a Waterloo.

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L’ associazione belga RESPIRE ha lanciato una campagna per ‘’liberare la Radiotelevisione belga francofona(RTBF, azienda pubblica autonoma, come la Rai, ndr) dalla pubblicità commerciale’’.

Respire – ‘’Gruppo di riflessione e dÂ’ azione per liberare lo spazio pubblico dalla pubblicità commercialeÂ’Â’, questa la definizione completa – è unÂ’ associazione senza fini di lucro fondata nel novembre del 2005 da giornalisti e intellettuali e ha sede a Waterloo.

L’ associazione ha come obbiettivo di ‘’sensibilizzare l’ opinione pubblica e aprire un dibattito politico sul funzionamento della pubblicità e del sistema pubblicitario in vista della liberazione dello spazio pubblico dalla pubblicità commerciale’’ (qui lo Statuto ).

‘’I membri e gli aderenti all’ associazione – spiega il manifesto di fondazione – ritengono che la pubblicità commerciale e il sistema pubblicitario che la organizzano siano nocivi alle persone, alla società e alla natura’’.

La pubblicità commerciale viene definita una ‘’cancrenaÂ’Â’ per la RTFB, che verrebbe ‘’trasformata in supporto di interessi mercantili, allontanandola dalla sua missione di servizio pubblico e ipotecando la sua politica editoriale(…).

Nelle Fiandre, in Gran Bretagna, in Svezia – prosegue RESPIRE – non c’ è pubblicità commerciale sulle tv del servizio pubblico. L’ Olanda, cosciente del pericolo che essa rappresenta per la vita dell’ emittente, sta valutando di eliminarla.

La RTBF senza pubblicità commerciale ? E’ ‘’rigorosamente possibile’’, secondo i fondatori dell’ associazione.

IL TESTO DELLA PETIZIONE

Il prossimo contratto di gestione (analogo al nostro contratto di servizio pubblico, NDR) della RTBF per il periodo 2007-2012 è in corso di negoziazione e in questo quadro RESPIRE ha lanciato una petizione .

I telespettatori sono saturati dalla pubblicità commerciale, che è al servizio degli interessi di gruppi privati e influenza negativamente la qualità dei programmi (nel 2004, il 65% degli americani si sentono ossessionati dalla pubblicità e vorrebbero che fosse meglio regolata).

La pubblicità commerciale ipoteca l’ autonomia editoriale della testata così come la sua praticabilità finanziaria. Il messaggio veicolato dalla pubblicità commerciale è l’ opposto dei principi del servizio pubblico, che, come dice il nome, deve essere al servizio del pubblico e non di interessi commerciali privati.
Per qesto chiediamo a Radila Laanan, ministro della cultura, dell’ audiovisivo e della gioventù, ai mmbri del governo e del parlamento della comunità francese:

1) di liberare la nostra emittente pubblica dalla pubblicità commerciale e di inserire nel futuro contratto di gestione della RTBF che da ora al 2012 tutta la pubblicità cmmerciale sarà bandita dal servizio publico.

Per realizzare ciò e a titolo di esempio, proponiamo di liberare la RTBF dalla pubblicità commerciale in de tappe: la prima, fino al 31 dicembre 2010 in cui la pubblicità verrebbe bandita dopo le 20, come viene fatto in Germania su ARD. La seconda tappa, fino al 31 dicembre 2011, cioè alla scadenza del contratto di gestione, momento in cui tutta la pubblicità commerciale verrebbe proibita, come accade nel Regno Unito (BBC) e in Svezia (SVT) e come si propone di fare l’ Olanda.

2) Di ritornare alla missione di servizio pubblico che storicamente è valsa alla RTBF una rinomanza internazionale e la fiducia del pubblico belga.

Per fare ciò, i firmatari di questa petizione sottolineano la necessità di rivedere profondamente i programmi della RTBF, che non devono essere realizzati esclusivamente sulla base di una misurazione parziale dell’ audience (l’ audimat), ma anche di un’ analisi quantitativa del gradimento dei telespettatori.

Per questi motivi, e ritenendo che esistono numerose possibilità per progettare e realizzare un finanziamento del budget che sia interamente pubblico, chiediamo al ministro Laanan, al governo e al parlamento della Comunità francese di assumersi le proprie responsabilità, salvando il servizio pubblico RTBF.