GateHouse, prima catena di quotidiani a usare le Creative Commons
Bernardo Parrella
Già , la dipendenza da Big Media è dura da smaltire, come dimostrano parecchi blogger (nostrani) che non hanno altro di meglio da fare che rilanciare variamente l’inutile copertina di Time sulla persona dell’anno. Passano così inosservate altre news made in USA ben più significative per l’odierno scenario. Come la decisione del conglomerato GateHouse Media di iniziare a diffondere i contenuti di gran parte delle sue testate sotto le licenze Creative Commons. Il gruppo possiede oltre 415 testate locali sparse per 18 stati e oltre 230 siti, raggiungendo circa 9 milioni di lettori a settimana—particolarmente concentrati sulla East Coast, e nell’area di Boston. È proprio qui che si apre il fronte verso le ‘licenze libere’ per usi non-commerciali, con il Watertown TAB e altri 95 giornali locali. Come spiega Mia Garlick, responsabile della Creative Commons Foundation, finora «nessuna catena o grande gruppo editoriale era arrivato a tanto», mentre Dan Kennedy, professore di giornalismo alla Northeastern University, aggiunge: «Rinunciare al copyright per i quotidiani è un passo notevole». Speriamo che sia solo un primo esempio (e che altri new media diano il meritato risalto a simili iniziative).