MEDIA PARTECIPATIVI? UNO C’ E’ GIA’, IL QUOTIDIANO REGIONALE

Il caso di Ouest-France, il giornale più diffuso in Francia, con 800.000 copie – Quaranta edizioni, 530 pagine giornaliere, di cui 220 realizzate da 2.423 corrispondenti di villaggio e di quartiere – Un intervento di Didier Pillet, capo redattore e blogger ufficiale del quotidiano

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di Didier Pillet
blog.ouest-france.fr*

Didir Pillet

Didier Pillet

Il media partecipativo che sognano gli internauti esiste e si chiama quotidiano regionale. E qualcuno di essi ha più di cento anni di vita, come Ouest-France, il giornale più diffuso del paese. Circa 800.000 copie vedute al giorno, 40 edizioni, 530 pagine costruite, di cui 220 realizzate da … 2.423 corrispondenti di villaggio e di quartiere.

I « villages reporters » !

Chi sono questi corrispondenti ? Il 63% sono maschi, 37% donne, l’  80% collaborano alle pagine locali, il 20% a quelle di sport. Il 56 % fra di loro sono al lavro da più di dieci anni e il 6% della rete si rinnova ogni anno. Sono pensionati (34%), dipendenti di aziende private (33%), funzionari (12%), studenti (8,5%), disoccupati (7,5%), artigiani e commercianti (1,5%), contadini (0,39%), altro (2,5%).

 

Portavoce delle comunità locali

Ogni giorno sono portatori di informazioni da comunicare al circolo dei lettori locali ma anche alle altre comunità vicine, più o meno interessate a seconda del’ importanza di queste informazioni e della ‘’copertura’’ dell’ edizione a cui collaborano.
Queste informazioni sono fornite da singole persone, animatori di associazioni, servizi pubblici dove le hanno scavate loro stessi.
I loro testi e le loro foto vengono indirizzate a un segretario di redazione che ne autentica l’ origine, ne verifica forma e contgenuto e mette in pagina.
Sono in realtà dei veri e propri portavoce delle comunità locali e riconosciuti come tali sia dal giornale che dalla popolazione del territorio dove essi lavorano.
  
A Ouest-France, dal 1944, e prima a Ouest-Éclair, sin dal 1899, i 2 423 reporter di villaggio e di quartiere – che vengono definiti ‘’corrispondenti locali’’ – fanno esistere circa 4.500 comunità locali. Le più importanti, che raggruppano il 75% della popolazione, sono presenti tutti i giorni sul giornale. Le altre si fanno sentire più volte a settimana e più volte al mese, secondo un quadro di lavoro che fissa per ciascun comune, a seconda del suo peso demografico, degli obbiettivi di regolarità (presenza di notizie durante la settimana) e di densità (numero di informazioni).

 

Senza di loro la Francia sarebbe muta

Senza questi corrispondenti l’ OuestFrance sarebbe muto. La Francia sarebbe muta. Perché da soli, le agenzie di stampa, le radio, le tv, i giornalisti professionisti non  potrebbero accumulare tutte le informazioni raccolte dai corrispondenti locali.

La conoscenza di un gran numero di fatti diversi, di iniziative, di annunci su progetti e realizzazioni di interesse generale, di manifestazioni culturali, di problemi politici, sociali, ambientali a favore o contro il patrimonio, ecc. resterebbe confinata nei piccoli circoli in cui essi si producono.
 
Lavoratori indipendenti, che non ricevono delle indicazioni da parte del giornale ma a cui il giornale spiega in quali condizioni etiche e pratiche essi possono raccogliere le informazioni che poi comunicano, essi sono riconosciuti come tali da una legge del 1993. Sono pagati er quello che producono : non ricevono un salario ma degli onorari versati ad articolo. Lo Stato, riconoscendo il loro ruolo essenziale per la vita democratiuca, li esonera da tutta o da parte della contribuzione sociale.

 

La fiducia delle comunità e del giornale

I « villages reporters » e  « quartiers reporters» hanno visto la loro efficacia stimolata dalla diffusione dei sistemi elettronici, computer, fotocamere digitali, cellulari. Producono ormai in diretta al pari dei giornalisti.

Il legame principale che lega  « villages reporters » e « quartiers reporters » alle comunità locali da un lato e al giornale dall’ altro è la fiducia, l’ abitudine a parlarsi, a discutere sia sui fatti della vita quotidiana ce sul modo di parlarne, sui problemi che essi pongono, ecc.

Conosciuti e riconosciuti, essi sono nello stesso tempo sotto il controllo delle comunità, di cui raccontano la vita al giornale, e sottomessi alla validazione del loor lavoro al giornale da parte del segretario di redazione. La rapidità della comunicazione fra gli uni e gli altri è una esigenza forte, ma non è la sola. L’ esigenza principale è l’ autenticità, la verità, l’ espressione contraddittoria di una pluralità di notizie e di opinioni su tutte le questioni che non fanno consenso.

 

In prima linea nella rivoluzione di internet

I corrispondenti di villaggio e quartiere sono in prima linea nella migrazione dei quatidiani su internet. Quale sarà il loro ruolo in quei giornali ‘’collaborativi’’ che stanno diventando i quotidiani ? ‘’I nuovi media non hanno mai ucciso i precedenti, li obbligano ad adattarsi e ad andare molto più veloce’’, dice il presidente di  Largadère active média, Didier Quillot.

E’ tempo di sperimentazione. Così, Le Dauphiné, nelle Alpi francesi, ha aperto un blog laboratorio a La Murette, dove tutti gli abitanti sono stati invitati a diventare a loro volta dei « villages reporters ». Producono da 10 a 15 articoli al giorno con la supervisione di un giornalista che li riceve e li mette online, così come delle sequenze video.

Se sono pochi gli abitanti che hanno l’ ambizione di diventare giornalisti, molti invece hanno voglia di far sentire la propria voce, di condividere analisi e testimonianze sui fatti della vita locale, le realizzazione e i progetti sia su internet che, nei momenti migliori, su giornale.
Il bilancio dell’ esperienza condotta dai nostri fratelli del Dauphiné è promettente. Non solo il giornale ha l’ occasione di rinnovare la sua offerta e di rifondare la propria legittimazione presso i lettori – il cui circolo si allarga grazie a internet –  come animatore della vita sociale e del dibattito pubblico, ma esso dà ossigeno alla democrazia locale.
E’ la convinzione condivisa che hanno sia i giornalisti del Dauphiné che gli eletti e l’ insieme degli internauti che hanno partecipato all’ operazione.

 

Una mutazione in corso

Questa esperienza, e le altre come madepeche.com, il sito collaborativo animato dai giornalisti de La Dépêche du Midi, o la realizzazione in seno al gruppo Ouest-France di un data base di informazioni di servizio in presa diretta con gli organizzatori di manifestazioni e gli animatori di servizi pubblici, porta i giornali regionali a far evolvere la propria organizzazione.
I corrispondenti locali che si sono impegnati e che sono diventati più i rappresentanti del giornale che i portavoce dellecomunità locali devono ritessere il loro legame con la popolazione. Alcuni giornalisti si trasformano in animatori di territori più o meno vasti, tutti gli attori più o meno grandi della vita sociale diventano dei collaboratori che devono : 1 – avere le referenze per accedere al servizio del data base, 2 – rinunciare a ogni anonimato, 3 – rispettare le norme etiche e di pubblicazione.

Una rivoluzione organizzativa è in atto.

Restano da risolvere molte questioni come la natuta e la forma delle informazioni da ar circolare sui due supporti, carta e internet, lo statuto dei testi e delle foto prodotti sulla rete. A chi appartengono ? Esiste il diritto d’ autore ? Devono essere compensati ? Sono problemi in fase di studio e di discussione con le parti sociali.
 

Far cadere il muro del silenzio

Molte questioni ma anche delle solide certezze. A cominciare da questa : i nostri giornali regionali, con le loro reti tessute fitte e radicate nel territorio, la loro credibilità e la fiducia di cui beneficiano, la capacità dei professionisti e dei segretari di redazione e di edizione, che si adeguano prestissimo al web, provano che sono pronti a vivere bene la rivoluzione di internet. Le loro esigenze e le loro abitudini di lavoro con le comunità locali sono fondate sull’ esercizio della responsabilizzazione individuale nel quadro della solidarietà necessaria in seno alle comunità locali che credono nel loro avveire.
Al di là della pubblicazione in tempo reale delle informazioni e della completezza dei servizi pratici necessari alla vita quotidiana, i siti di informazione dei quotidiani regionali offrono l’ opportunità di realizzare un sogno mai ancora pienamente realizzato : animare il dibattito locale nei paesi così come nei quartieri delle grandi città, quei territori silenziosi dove, fino all’ era di internet, non c’ erano i mezzi per occupare il terreno e assumere pienamente la funzione di legame comunitario.

 

I corrispondenti locali non sono dei blogger-giornalisti

Responsabilità, solidarietà : queste due parole hanno un senso profondo e fondamentale nella relazione produttori di informazioni/lettori che si stabilisce nei giornali regionali, sulla carta come sul web attraverso forum e blog.
E’ questo, senza dubbio, che fa la differenza fra i « villages reporters », i « quartiers reporters » e quegli internauti che si presentano qui e là come dei « blogger giornalisti » calpestando molto spesso queste nozioni essenziali di verità, di rispetto e di solidità delle relazioni.

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*Traduzione dell’ intervento al Web Editor Forum di Capetown (3-6 giugno 2007)