Per la prima volta il premio, che porta il nome del giornalista colombiano Guillermo Cano, viene assegnato post mortem – Sottolineati il coraggio e la grande ostinazione della inviata russa uccisa il 7 ottobre scorso – A Medellin la Giornata internazionale della libertà di stampa sarà dedicata in particolare al problema della impunità dei crimini contro i giornalisti
————–
Nel ventesimo anniversario dell’ uccisione del giornalista ed editore colombiano Guillermo Cano, il premio omonimo che l’ Unesco assegna ogni anno in occasione del 3 maggio (Giornata internazionale della libertà di stampa) è andato alla memoria di Anna Politkovskaya.
E’ la prima volta che il premio – sorto dieci anni fa in ricordo di Guillermo Cano, vittima di un agguato organizzato dai vertici del Cartello di Medellin, uno dei principali canali del narcotraffico colombiano – viene assegnato alla memoria.
Negli anni passati il premio era andato a May Chidiac (Libano, 2006), Cheng Yizhong, (Cina, 2005), Raúl Rivero (Cuba, 2004), Amira Hass (Israele, 2003), Geoffrey Nyarota (Zimbabwe, 2002), U Win Tin (Myanmar, 2001), Nizar Nayyouf (Siria, 2000), Jesus Blancornelas (Messico, 1999), Christina Anyanwu (Nigeria, 1998), Gao Yu (Cina, 1997).
Quest’ anno la cerimonia della premiazione si svolgerà proprio a Medellin, in Colombia, nel corso di un incontro sui temi della sicurezza dei giornalisti e sulla denuncia dell’ impunità per i crimini contro di essi.
Il Premio Unesco/Guillermo Cano nasce nel 1997 come riconoscimento nei confronti di una persona, una organizzazione o una istituzione che ha svolto un ruolo significativo nella difesa e nella promozione della libertà di stampa nel mondo, soprattutto quando questo ruolo è particolarmente rischioso.
EÂ’ quanto avevano fatto Guillermo Cano Isaza, ammazzato davanti allÂ’ ingresso del suo giornale – El Espectator – a Bogotà nel 1986 per aver denunciato le attività del narcotrafficanti di Medellin, e Anna Politkovskaya, uccisa a Mosca il 7 ottobre del 2006, un anno terribile quanto a numero di giornalisti e operatori dei media uccisi o arrestati in tutto il mondo, con dozzine di vittime solo in Iraq (45 nel 2006 e 16 solo nei primi quattro mesi del 2007).
Kavi Chongkittavorn, Presidente della giuria del premio – composta da 14 giornalisti e direttori di varie parti del mondo – ha spiegato la scelta sottolineando ‘’il coraggio e la incredibile ostinazione’’ con cui la giornalista ha seguito gli avvenimenti in Cecenia, dedicando la vita al perseguimento della verità e di un giornalismo di alto valore. Un comportamento tale da aver indotto la giuria, per la prima volta nella storia del Premio, ad assegnarlo quest’ anno post mortem.