CONTRO LA CRISI, TAGLI ALLE AGENZIE E PIU CRONISTI LOCALI
La ricetta dell ex direttore del Boston Metro per fronteggiare i tagli dei budget che colpiscono le redazioni dei giornali Usa Le principali notizie delle grandi agenzie internazionali sono su internet in tempo reale Il richiamo dell hyperlocal – La replica dell AP
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(m. b. b.) – NEW YORK – La crisi della carta stampata? Si risolve tagliando gli abbonamenti alle agenzie di stampa e assumendo più giornalisti per la cronaca locale. La provocatoria ricetta è firmata Mark A. Phillips, già capo di Boston Metro.
Il motto è licenzia le agenzie e assumi a livello locale, che in inglese suona come un gioco di parole: Fire the wire and hire locally. Questo scrive Phillips sul sito specializzato Editor and Publisher è il mio suggerimento a editori, redattori e manager del settore, che devono affrontare quotidianamente i tagli dei costi che affligge le redazioni di tutto il Paese e che spesso porta ai licenziamenti.
Ma perché i giornali, specialmente quelli locali, dovrebbero rinunciare agli abbonamenti a Associated Press, United Press International e Reuters? La ragione è semplice risponde provocatorio Phillips ormai i lanci delle agenzie di notizie sono diventate un servizio diffuso da Internet in tutto il mondo, a grande velocità, e il loro contenuto è visibile attraverso siti come Yahoo!, Google e molti altri: per un attento lettore che avrà comprato la copia del nostro giornale in edicola, la notizia sarà già vecchia di un giorno.
Il ragionamento dellex del Boston Globe continua con una semplice domanda: perché pagare e parecchio per un servizio che i lettori trovano gratis su Internet? Più che i dispacci delle agenzie, insomma, ai giornali specialmente quelli cittadini e regionali servono fotografi, reporter sportivi, redattori. Al posto del wire, wire, wire bisogna passare allhire, hire, hire. Phillips conclude il suo intervento con considerazioni a metà strada tra il marketing e il giornalismo: il giornale è un prodotto che si deve differenziare dalle pubblicazioni di altre città o contee con una diversa copertura locale. Non solo. La testata è un brand il cui valore sarà maggiore in base allinvestimento nel renderla unica e hyperlocal*, parola molto in voga tra gli esperti di media.
Le reazioni alla polemica ricetta di Phillips non si sono fatte aspettare. Jay Smith, presidente della Cox Newspapers Inc. e membro del consiglio di amministrazione della Associated Press, ha preso carta e penna e ha scritto a Editor and Publisher. Come presidente di un gruppo che include 17 quotidiani e 26 settimanali, anche io predico il vangelo della copertura locale argomenta Smith ma è importante ricordare che i giornali rimangono una fonte fondamentale che va ben oltre le aree di immediata diffusione. Secondo il rappresentante della maggiore agenzia di stampa statunitense, linformazione online e quella su formato cartaceo vengono utilizzate in maniera diversa: Gli internauti sanno cosa cercano e se lo procurano su Internet dice Phillips i lettori dei giornali, invece, spendono più tempo sugli articoli, approfondiscono e riflettono. La Associated Press, secondo Smith, non è una copia carbone della realtà o per citare le riflessioni di Charles Peguy sulla storia una vecchia stenografa zitella. E la prova, secondo il presidente di Cox, sta nel numero delle storie Ap messe in pagina.
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* Sull’ hyperlocal, vedi l’ articolo ”I quotidiani salvati dal giornalismo della porta accanto?”, sull’ ultimo numero di Giornalisti (pagg 29,30).