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I Giornali Italiani sedotti dal Web 2.0


I siti dei giornali italiani finalmente avviati verso un rapporto nuovo con il lettore, non più passivo fruitore dellÂ’informazione – I giornalisti si aprono al confronto e lasciano crescente spazio alle idee e ai contenuti prodotti dai lettori stessi – Un articolo per Nova di Luca Conti alla vigilia della presentazione ufficiale del Rapporto ”I quotidiani italiani e internet” in occasione della conferenza europea “Web 2.0 Expo” a Berlino dal 5 allÂ’8 Novembre

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La strada è segnata e non si torna più indietro. Il vento di libertà del Web 2.0 – servizi Internet evoluti per favorire la partecipazione del lettore – non risparmia i siti dei giornali italiani, finalmente avviati verso un rapporto nuovo con il lettore, non più passivo fruitore dell’informazione. I giornalisti si aprono al confronto e lasciano crescente spazio alle idee e ai contenuti prodotti dai lettori stessi. Questa è la fotografia scattata dalla seconda edizione del rapporto “I Quotidiani Italiani e Internet” che Nòva ha anticipato (sul blog di Nòva il testo integrale) , rispetto alla presentazione ufficiale, prevista in occasione della conferenza europea “Web 2.0 Expo” a Berlino dal 5 all’8 Novembre.

Oggetto dell’indagine 2007 condotta da Luca Conti è stato il livello di diffusione di strumenti e funzioni che permettono al lettore di esprimere opinioni, proporre contenuti originali con valore di notizia e interagire secondo modalità e percorsi di navigazione alternativi, senza trascurare la mobilità e la multimedialità concesse dal mezzo digitale. Rispetto all’edizione 2006 una particolare attenzione è stata rivolta all’evoluzione dell’offerta in senso sociale (network, tag, contenuti generati dagli utenti), abbandonando formule di relazione tradizionali (forum e chat). Da agosto 2006, periodo della prima indagine, ad ottobre 2007 i siti web dei primi cinquanta quotidiani italiani, per diffusione di copie, hanno compiuto passi importanti nell’adozione di feed RSS, nella proposta editoriale basata su blog e nel dialogo con il lettore, dentro la notizia, attraverso i commenti.

Tra i punti deboli spicca invece – rileva sempre Luca Conti – la limitata offerta di contenuti mobili e portabili (podcast), ma soprattutto la notevole quantità di contenuti protetti dalla registrazione obbligatoria, spesso a pagamento, in controtendenza rispetto a New York Times e Financial Times. Incredibile inoltre come alcuni grandi quotidiani, quale ad esempio il gruppo E Polis, ancora oggi non dispongano di una produzione specifica per il web, limitandosi a riproporre gli articoli della carta, a volte solo in formato PDF. Il divario tra i siti delle prime testate italiane e quelli delle omologhe americane, analizzate da The Bivings Group, resta forte.

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