Licenziato insieme a tre altri colleghi, per la crisi del suo giornale (il Chicago Reader), un reporter che aveva scoperto e denunciato le torture inflitte dalla polizia a quattro ex dead men walking – Le riflessioni di un editorialista del New York Times che ha denunciato la vicenda
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New York – Il giornalismo impegnato paga, ma solo a livello sociale. I soldi si guadagnano in altra maniera. Cos� sentenzia David Carr sulla rubrica The Media Equation del New York Times. Difficile non pensarla altrimenti, dopo aver letto la triste storia che racconta.
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Qualche giorno fa, la citt� di Chicago ha deciso di pagare venti milioni di dollari come risarcimento a quattro ex dead men walking che erano stati condannati a morte dopo essere stati torturati dalla polizia e quindi incolpati di crimini di cui non avevano colpa.
Molti altri hanno raccontato episodi parimenti raccapriccianti: negli anni Settanta e Ottanta alcuni agenti hanno colpito con guide telefoniche i detenuti per poi cercare di soffocarli con fogli di plastica e far sputare una confessione di colpevolezza.
John Conroy, giornalista del Chicago Reader, fu il primo a raccontare al governatore dell’Illinois George Ryan le storie di tre di questi quattro condannati. Ryan aveva interrotto l’uso della pena di morte nello stato che governava dopo che un gruppetto di giornalisti di una scuola di giornalismo locale avevano scoperto l’innocenza di un altro dead man walking.
Contestualmente al risarcimento, Jo Ann Patterson ha scritto una lettera al reporter del Chicago Reader ricordando che suo figlio � stato quasi soffocato dalla polizia nel tentativo di estorcergli una confessione che lo avrebbe portato nel braccio della morte. “Mio figlio – scrive la madre – torturato dal dipartimento di polizia di Chicago, non sarebbe vivo oggi, credo, se non ci fossero stati i suoi articoli: lei ha documentato e scritto della tortura della polizia, che noi non potremo mai dimenticare. Lei ha salvato la vita di mio figlio e per questo la voglio ringraziare”.
Negli stessi giorni, per�, Conroy veniva a sapere che il settimanale Chicago Reader, per il quale ha lavorato per oltre vent’anni, non pu� pi� permettersi il suo stipendio. Assieme a lui, altri tre tra i giornalisti con pi� esperienza hanno dovuto incrociare le braccia. Meno entrate e necessit� di tagliare i costi, questa la motivazione. Anche il Washington City Paper, della stessa editrice, ha dovuto lasciare a casa cinque giornalisti.
L’editorialista del New York Times ha lavorato anche al Washington City Paper, dove fu “impressionato dalla pervicacia e dalla volont� di lavorare bene nella convinzione che producendo giornalismo di qualit� gli affari sarebbero andati avanti da soli”. Ma questo non sembra essere avvenuto: “Il giornalismo investigativo pu� mostrare la corruzione, aumentare la credibilit� della testata e occasionalmente salvare vite – scrive Carr – ma non creer� mai business giornalistico”.
Non per questo, comunque, vanno perse le speranze, anche perch� le democrazia statunitense � stata costruita pure grazie ad una stampa libera. La quale non potr� essere sostituita da Internet. Secondo l’editorialista il web, gli Rss, Google e Digg hanno fatto miracoli. Ma “i blogger potrebbero battere i tasti per un millennio senza produrre quella storia sviscerata in profondit� che pu� salvare una vita: si tratta di sforzi che richiedono anni di ricerca, fonti in profondit� e quel tocco che rende conosciuti i segreti pi� nascosti”.
(m.b.b.)