Walter Cronkite, l’ex conduttore di CBS, festeggiato dalla sua rete televisiva in maniera infelice – La CBS soffre di problemi di vecchiaia e ha accumulato negli ultimi tempi una serie di incidenti di percorso – La storia del giornalista per cui venne inventato il termine anchor .
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di Matteo Bosco Bortolaso
New York – Un triste genetliaco, quello di Walter Cronkite, il giornalista che un tempo fu l’“uomo più autorevole d’America”. L’ex conduttore di CBS Evening News (1962-81) viene festeggiato dalla sua rete televisiva, la quale soffre, in effetti, di problemi di vecchiaia. Ultimamente, infatti, si sono accumulati una serie di incidenti di percorso: le parolacce di Don Imus, i plagi sul blog di Katie Couric, la prima anchorwoman a condurre un notiziario serale negli Stati Uniti, che però non raccoglie abbastanza pubblico, facendo precipitare i livelli di audience. Ironicamente, è proprio il vocione di Crokite, quello che parla lentamente a 124 parole al minuto, ad annunciare l’inizio del notiziario condotto dalla conduttrice che ha preso il suo posto.
Secondo il New York Sun la festa per Cronkite – che si autodefinisce “una vecchia e comoda scarpa” – è stata così ridicola e collocata in un orario così infelice da dimostrare “quanto insensibili sono diventate le reti televisive rispetto alle loro grandi tradizioni”. A parere del quotidiano, sono lontani i bei tempi in cui la CBS dominava la guerra degli ascolti e poteva fregiarsi dei grandi nomi del giornalismo a stelle e strisce.
Cronkite comincia la sua carriera a 19 anni, quando lascia gli studi per cominciare a lavorare prima per alcuni giornali e quindi all’emittente WKY di Oklahoma City, come annunciatore radiofonico. Un anno dopo, a vent’anni, conosce la sua futura moglie, Mary Elizabeth Maxwell. Ancora pochi mesi ed è alla United Press, pronto ad andare alla guerra: racconterà le battaglie in Nord Africa e in Europa, i processi di Norimberga e la Mosca della guerra fredda.
Nel 1950 è alla sede di Washington della giovane divisione televisiva della Cbs, assoldato da un’altra figura mitologica del giornalismo americano, Edward Murrow, ritratto da George Clooney in Good Night and Good Luck.
Il 7 luglio 1952 nasce il termine anchor proprio per descrivere il ruolo di Cronkite: moderatore tanto alla convention democratica quanto a quella repubblicana, entrambe trasmesse in televisione. Si occupa pure di programmi che parlano di storia, anche se con un format da notiziario televisivo (You Are There e il documentario The Twentieth Century).
Nel 1962 prende le redini di CBS Evening News e si avvia a diventare un’icona americana. Il successo arriva un anno dopo, quando la durata della trasmissione passa da quindici minuti a mezz’ora. Il programma segna momenti ormai passati alla storia – e alla mitologia – del giornalismo. Ogni puntata finiva sempre con la frase “and that’s the way it is” seguita dalla data di messa in onda. Come a dire, per esempio: “È questo è stato l’11 settembre 2001” alla fine della cronaca della giornata. Questa frase, però, non veniva usata se Cronkite esponeva opinioni o commenti.
La cronaca da studio dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, di cui fu il primo a dare la notizia, rimane memorabile ed è stata utilizzata anche da Oliver Stone nel film sull’omicidio del presidente. Difficile scordare anche il suo racconto del 20 luglio 1969, quando l’Apollo 11 sbarcò sulla luna. E anche se Cronkite non ha portato contribuiti originali all’affare Watergate, fatto emergere da Carl Bernstein e Bob Woodward del Washington Post, i suoi resoconti televisivi sono comunque serviti a far conoscere ad un ampio pubblico americano le attività di spionaggio ordinate dal presidente Nixon.
L’ultima edizione della CBS Evening News condotta da Cronkite è stata trasmessa il 6 marzo 1981, conclusa con un memorabile “good night”. Da allora il mitico giornalista, che è dovuto andare in pensione perché aveva compiuto 65 anni, è rimasto al 19esimo piano dell’edificio della CBS, chiamato Black Rock, che si affaccia sulla 52esima strada di New York, mentre il suo posto è stato preso da Dan Rather.
Il responsabile di quello che il New York Sun chiama “l’esilio di Cronkite” è Leslie Moonves, presidente ed amministratore della CBS. Il quale avrebbe fatto ancora peggio quando ha sostituito Rather, coinvolto in uno scandalo per aver detto che il presidente George W. Bush che si era imboscato quando faceva il militare (storia rivelatasi poi falsa), con Katie Couric, scelta “perché attrae gli spettatori piuttosto che per le sue abilità di giornalista”.
Ad ogni modo, sempre secondo il Sun, la definizione migliore per il novantenne Cronkite, che veniva chiamato “lo zio Walter” ma ha ormai le fattezze di un (bis)nonno, è la seguente: “ha sempre capito che un anchor è un attore, guadagnandosi una buona reputazione senza fingere di essere un reporter quando non lo poteva essere e diventando uno straordinario giornalista quando le circostanze glielo permettevano, intervistando re e presidenti con scetticismo e rispetto in pari misura”. E ancora: “non imponeva commenti in stile Couric a persone che volevano avere opinioni informate – e non alterate”.
Crokinte è un giornalista che “aveva il coraggio e l’audacia per poter scommettere sulla promessa offerta dal ‘that’s the way it is’”, cioé di passare le proprie cronache dal notiziario della sera direttamente ai libri di storia.