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LA FREE PRESS IN EUROPA APRE LA STRADA VERSO LÂ’ ONLINE

Il caso dello spagnolo 20 Minutos, un pioniere nel mondo della free press in Europa e ora il più diffuso quotidiano spagnolo, sta facendo scuola negli Usa dove le edizioni online della free press sono ancora molto indietro – Un articolo su Mediashift, il sito di Marc Glaser

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di Jennifer Woodard Maderazo*
(da Mediashift)

Mentre i giornali si dibattono alla ricerca di nuovi business model, la nuova ondata di giornali gratuiti sta trovando la sua nicchia in diverse parti del mondo.

Secondo il Newspaper Innovation blog , 36 milioni di copie di gratuiti vengono distribuiti quotidianamente in  49 paesi. Mentre abbonamenti e diffusione dei cartacei rallentano, gli inserzionisti si rivolgono verso questi giornali che hanno un pubblico passivo fatto prevalentemente di pendolari, che – proprio per questo – hanno ancora del tempo a disposizione.

Molta della popolarità di questi fogli gratuiti può essere attribuita alla loro convenienza, ma in qualche caso I gratuiti stanno usando Internet per accrescere la loro offerta e darsi una possibilità di evolversi nel futuro. Mentre i giornali stampati, ad esempio, offono agli inserzionisti una quantità finita di spazio, Internet garantisce un arco infinito di interessi e la possibilità di allargare la propria readership.

Negli Usa alcuni gratuiti, come lo svedese Metro , non stanno facendo grandi cose per trascinare i lettori e attrarre la pubblicità con le loro versioni web. Ma molti di essi stanno cominciando a fare della estensione online delle loro edizioni una priorità e, facendolo, stanno aggiungendo nei loro siti dei servizi molto attraenti per i lettori. In qualche caso, ad esempio, i free papers sono stati più veloci nel lasciare la parola ai lettori e coinvolgerli nella costruzione delle notizie, raggiungendo il successo. .

IL CASO DI 20 MINUTOS IN SPAGNA

Non c’ è un esempio migliore di quello dello spagnolo 20 Minutos, un pioniere nel mondo della free press in Europa e ora   il più diffuso quotidiano spagnolo  . 20 Minutos aveva cominciato come tutti gli altri quotidiani gratuiti — seguendo lo stesso modello di lettura veloce derivato dalla rete e limitando il contenuto locale. Ma qualcosa di sorprendente è accaduto quando 20 Minutos ha deciso di portare i suoi contenuti  — in maniera molto più ampia rispetto alla sua edizione a stampa – online. La popolarità del suo sito web a contribuito in maniera esponenziale alla popolarità della testata e ha finito per influenzare il modo con cui il giornale si muove sul mercato.

Come negl Usa, le grandi testate hanno esitato sulla questione del contenuto-a-pagamento  , combattuto con la tecnologia e sono state relativamente lente a mettere in campo servizi interattivi come i commenti, i blog e la valutazione degli articoli.

20 Minutos ha fatto delle cose che i ‘’grandi’’ non si immaginavano nemmeno. Ha dato ai lettorila possibilità di aggiungere dei commenti alla fine di ogni articolo. La sezione commenti ha cominciato a riemnpirsi – con punte anche di 1.000 commenti – ed è stato chiaro che 20 Minutos ci aveva visto bene. Questa integrazione di un servizio interattivo stava aiutando a costruire una comunità e a sua volta ha influenzato il modo con cui tutti i giornali spagnoli – inclusa la stampa tradizionale – offrono ora i contenuti online.

Fino a quando 20 Minutos aveva cominciato ad aggiungere i commenti, facendo effettivamente di quello che fino ad allora era una comunicazione unidirezionale un servizio interattivo, la grande stampa in Spagna aveva fallito. I tradizionali giganti della stampa, come  El Pais e La Vanguardia lo hanno seguito e hanno aggiunto anche blog e citizen journalism ai loro servizi. Si può essere certi che il successo travolgente di 20 Minutos’ ha determinato tutto quello che è accaduto dopo, tanto che El Pais.com – che un tempo era accessibile solo a pagamento – ora invita i suoi lettori a partecipare alla costruzione del  suo sito di citizen journalism   chiamato “Yo, periodista” (“Io, giornalista”). In più, El Pais consente ai lettori di partecipare con i blog e i commenti agli articoli.

Il direttore Arsenio Escolar ha precisato  in un post recente sul suo blog che, in pochi mesi, la versione online del giornale the online ha introdotto dei nuovi servizi praticamente ogni settimana. Dalle pagine di 40 differenti edizioni locali ai canali musicali, nuove funzioni vengono realizzate per icrementare le pagine viste e il tempo trascorso sul sito, il meglio per attrarre inserzionisti.  E forse anche nuovi lettori.  Un commento a un recente post del blog di Escolar che annunciava una nuova iniziativa si leggeva:  “Tutte queste iniziative suonano come grandi cose, ma c’ è soltanto aria dietro di esse. E’ puro marketing e niente di più. Una vergogna”. Il commentatore può essere nel giusto ma la formula funziona, e molto bene.  

L’ anno scorso,  20 Minutos prese la decisione di consolidare la sua redazione , sistemando negli stessi spazi quella cartacea e quella online, proprio come sta facendo il New York Times. E’ stato il primo giornale spagnolo a fare questa mossa ed Escolar ha spiegato sul suo blog  che l’ obbiettivo era ‘’eliminare la duplicazione dei compiti …e aumentare la qualità di entrambe le testate”. Data la popolarità della versione online del giornale, è quest’ ultima che ora guida la strategia di crescita del quotidiano provocando anche   una maggiore competizione nello spazio online space .

PIU’ LENTI NEGLI USA

Lo spagnolo 20 Minutos non è il solo foglio gratuito che ha ottenuto successo dalla sua strategia sul web. Il Gruppo  Schibsted, la società editrice norvegese che possiede l’ 80% di 20 Minutos e pubblica una versione con lo steso nome in altri paesi europei, ha avuto un successo analogo in altre parti della regione. Secondo l’ Economist,  il suo fatturato nell’ online contribuisce al 35% dei suoi profitti  nel 2005. Il  New York Times scrive  che un buon 60% del risultato operativo di Schibsted  viene quest’ anno dall’ online, e parte di esso – come quello del suo nuovo sito finanziario E24 , è stato creato saltando completamente la versione a stampa.  

Schibsted, un editore tradizionale con circa 150 anni di storia , è riuscito anche a monetizzare alcuni dei suoi contenuti su siti più specializzati, come finn.no  .
E il modello continua in altre parti d’ Europa. In Svizzera, la versione locale di 20 Minutes (chiamata 20 Minuten e gestita da Tamedia Group ) è ora il terzo sito web di giornali per popolarità nel paese.

Quello che è accaduto in Spagna e in altre parti d’ Europa non sembra che stia accadendo negli Usa – almeno per ora. A San Francisco c’ è un foglio gratuito locale, The Examiner (con edizioni a Baltimora e a Washington D.C.), che sta sudando per la sua ersione online. Il sito è stato recentemente rilanciato con una serie di nuove funzioni, tipo I feed RSS e I blog, ma ancora non ci siamo.

Tra l’ altro I numeri del traffico su Examiner.com sono più bassi di quello che mi aspettassi e lo stile dei loro servizi per l’ utenza lascia molto a desiderare (…..)

 

IL SITO DELL’ ‘ESPRESSÂ’

Il giornale free del Washington Post, The Express , tuttavia, sembra essere riuscito abbastanza bene ad offrire al target di un gratuito – presumibilmente giovani e lavoratori pendolari – quello che esso vuole. Con un focus interattivo, dei blog, possibilità tipiche del Web 2.0 (come Metrolinks interactive map ) e un design intelligente, The Express online lsomiglia in qualche modo a quello che io vorrei leggere indipendentemente dal fatto che abbia visto o meno l’ edizione a stampa.  Io penso che realizzare il sito senza che esso sia solo una estensione della pubblicazione cartacea, ma anche un prodotto fortemente autonomo, è probabilmente la lezione migliore che i gratuiti possono imparare.

Il Chicago Tribune ha avuto successo con il suo quotidiano di nicchia RedEye , destinato a un pubblico giovane interessato a notizie leggere e che probabilmente non comprerebbe quello di carta.  Apparentemente ben in sintonia con il comportamento sul web del suo target di lettori, RedEye non solo ha un sito che riflette i suoi lettori ma anche un profilo su  MySpace  e  un account suTwitter .

Mentre si susseguono i cambiamenti in alcuni di questi siti,  Erin Teeling su blog del Bivings Report precisa in un recente post  che la grande maggioranza dei giornali free online non hanno un insieme consistente di funzioni offerte, e ci sono diversi liveli di  sofisticazione e persino di aggiornamento neiu vari siti.  Alcuni offrono tutto, dagli RSS ai commenti agli articoli, mentre altri sembrano inattivi. La mia esperienza è poi che gli annunci online vengono inseriti spesso per addolcire il tutto, come se il sito online esistesse solamente come “un supplemento„, mentre la preoccupazione primaria dovrebbe essere al contrario la ricchezza del sito stesso.  

Mentre i giornali gratuiti vengono ‘’bombardatiÂ’Â’ soprattutto per la qualità dei contenuti e della scrittura, è chiaro che cÂ’ è ancora un buon potenziale per innovare i loro siti online. Forse perché il genere di contenuti che i fogli gratuiti diffondono – veloci, efficaci e diretti – è esattamente quello che ci aspettiamo su Internet. E forse anche perché i destinatari dei gratuiti sono più portati allÂ’ online piuttosto che a pagare per lÂ’ abbonamento a un giornale e lÂ’ edizione cartacea dei gratuiti è soltanto un preludio a quello che il lettore vuole comunque: notizie interattive online.

È possibile che, poichè ci muoviamo verso una società più ‘’verdeÂ’Â’ e la free press continua a incontrare delle difficoltà  per la mancata cura dell’ambiente, i suoi editori siano costretti a rinunciare a stampare tutte quelle copie non distribuite ed a spostare la loro attività online. Se questo dovesse davvero accadere, i gratuiti potrebbero comunque prendere esempio da 20 Minutos e dagli altri fogli che stanno lavorando bene in modo che il passaggio dalla carta allÂ’ online fosse necessario, potrebbe essere meno doloroso.

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*Jennifer Woodard Maderazo è direttore associato di  PBS MediaShift.Lavora a San Francisco. Scrive su Latin-Know  e VivirLatino .

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