LA TV DIGITALE ‘BLINDATA’ DALLE GRANDI AZIENDE
Divieto di registrazione, di copia, di condivisione, di trasferimento, obbligo di aggiornamento dell’ hardware, oscuramento dei canali liberi – A questo punterebbe il progetto CPCM – La denuncia di Electronic Frontier Foundation (EFF) – Il CPCM è ‘’una sintesi magistrale di quanto si può mettere in campo per blindare anche lÂ’aria che respiriamoÂ’Â’
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Divieto di registrazione, di copia, di condivisione, di trasferimento, obbligo di aggiornamento dell’hardware, oscuramento dei canali liberi. E’ quanto prevede il cosiddetto CPCM (Content Protection and Copy Management), un progetto a cui sanno lavorando, nel silenzio assoluto, le principali aziende del mondo in campo televisivo.
La denuncia – spiega su PuntoinformaticoAlessandro Bottoni* – è stata lanciata nei giorni scorsi dalla Electronic Frontier Foundation (EFF) che ha diffuso un atteso rapporto sullo stato del progetto DVB (Digital Video Broadcasting), cioè la televisione digitale. Questo rapporto permette di capire quali siano le minacce che le 260 aziende del progetto DVB fanno aleggiare sul mondo della televisione digitale e di altre tecnologie affini.
Ciò che questo consorzio decide, nel chiuso delle sue riunioni tra aziende, è già adesso legge per chiunque voglia trasmettere o ricevere segnali audio e video digitali nel mondo, semplicemente perché gli strumenti tecnici prodotti da queste aziende rispondono a questi standard ed a nient’altro.
Queste 260 aziende – spiega Bottoni – rappresentano la stragrande maggioranza dei produttori mondiali per cui, di fatto, il consorzio definisce standard di portata globale a cui è impossibile sottrarsi. (…) Persino nella remota ipotesi che un produttore indipendente decidesse di opporsi a questo dominio, lo standard definito dal DVB Project prevede strumenti e tecniche adatti a rendere la sua ribellione del tutto inutile.
Le aziende stanno lavorando, in particolare, al CPCM che, rileva Tommaso Tessarolo** sul suo blog, sarebbe ‘’una sintesi magistrale di quanto si può mettere in campo per blindare anche l’aria che respiriamo’’.
Il CPCM, secondo Puntoinformatico, prevede infatti:
Divieto di registrazione
Questo standard.permette di vietare la registrazione di un programma televisivo attraverso il sintonizzatore TV. Non potranno più essere registrati i film, i telefilm od altri programmi televisivi, né su cassetta, né su CD o DVD, né su disco fisso. Questo divieto non è aggirabile in nessun modo perché implementato sia con dispositivi software che hardware.
Divieto di copia
Questo standard permette di vietare la creazione di copie di un CD o DVD. Non potranno più essere create copie di film, di telefilm od altri programmi televisivi, né su cassetta, né su CD o DVD, né su disco fisso, nemmeno per uso personale o per backup. Questo divieto non è aggirabile in nessun modo perché implementato sia con dispositivi software che hardware.
Divieto di trasferimento
Questo standard permette di vietare il trasferimento di un programma televisivo attraverso una rete di computer, ad esempio dal sintonizzatore TV che si trova in salotto al display del laptop che si trova in camera da letto. Questo standard permette di vietare la fruizione del programma televisivo fuori da una certa nazione, grazie ad un apposito marcatore digitale inserito nei dispositivi (simile al codice regionale dei DVD ma, a diferenza di esso, assolutamente non aggirabile). Questo standard permette anche di vietare la fruizione del programma televisivo fuori da un determinato locale, ad esempio il salotto di casa, grazie ad un apposito ricevitore GPS integrato nei dispositivi (naturalmente pagato da chi acquista il dispositivo). Questo divieto non è aggirabile in nessun modo perché implementato sia con dispositivi software che hardware.
Divieto di condivisione
Questo standard permette di vietare la condivisione di un programma con altre persone che risiedono nella stessa abitazione od in altri contesti, attraverso la definizione di appositi “domini di autorizzazione”. Il DVB Project ha persino speso una quantità di tempo significativa per stabilire cosa deve essere dei DVD di una coppia in caso di divorzio! Questo divieto non è aggirabile in nessun modo perché implementato sia con dispositivi software che hardware.
Obbligo di aggiornamento dell’hardware
Questo standard permette di vietare la visione di un programma su dispositivi che il DVB Project ritiene non abbastanza fiscali nel rispetto dei suoi standard. Questo divieto non è aggirabile in nessun modo perché implementato sia con dispositivi software che hardware e comporta la sostituzione del dispositivo, con i costi facilmente immaginabili.
Oscuramento dei canali liberi esistenti
In futuro, questo standard dovrebbe persino permettere di imporre la cifratura al momento della ricezione (cioè sul TV Tuner del salotto) dei programmi trasmessi in chiaro. In questo modo, sarà possibile applicare le limitazione esposte in precedenza persino ai programmi che il distributore ha deliberatamente deciso di distribuire in chiaro, senza alcuna limitazione.
Si noti che il distributore, per legge, ha pagato per questo diritto ed ha firmato un contratto in cui questo diritto gli veniva riconosciuto. In alcuni casi, il distributore del programma potrebbe essere lo stesso proprietario dei diritti. In questo caso, il diritto dell’autore di divulgare senza limitazioni i suoi contenuti potrebbe venire negato da un dispositivo di ricezione che agisce secondo le specifiche del DVB Project!
Tutti questi vincoli – aggiunge in nota l’ autore dell’ articolo – sono imposti attraverso un attento uso di dispositivi software e hardware, caratterizzati da un pesante uso di tecniche crittografiche, e quindi non possono essere aggirati, rimossi o invalidati nemmeno in linea di principio. Il sistema usato è concettualmente simile a quello usato dalla Microsoft XboX ma molto più avanzato e molto più robusto. Non illudetevi che questi sistemi di protezione vengano spazzati via dal primo ragazzino brufoloso di passaggio come è avvenuto per i CSS dei DVD. Questo non avverrà.
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*Il testo integrale dell’ articolo è qui: http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1929908&r=PI )
**IL CPCM è una sintesi magistrale di quanto si può mettere in campo per blindare anche l’aria che respiriamo. Ed è un costrutto realizzato con grande attenzione e competenza. Questo dal punto di vista tecnologico, naturalmente. Dice Tessarolo.
Perché ciò che di folle c’è nel CPCM è l’idea di base, la solita convinzione di poter vincere la partita continuando a chiudere e blindare tutto. All’interno di un Home Network DVB tutto è certificato. Ogni file, o flusso dati è codificato, firmato ed etichettato. Tutti i dispositivi devono rispondere a specifiche rigidissime, e chi non le rispetta è fuori. Anzi, peggio: chi non continua a rispettarle è comunque fuori. Quindi attenzione al televisore LCD Full HD che vi siete appena comprati che, oltre ad essere superato ogni 6 mesi da nuovi modelli più performanti e meno costosi, rischia di essere improvvisamente tagliato fuori dalla vostra digital home.