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Le tavole della legge per gli UGC

Le grandi major della produzione di contenuti sottoscrivono 15 regole ferree per il rispetto del copyright: una sorta di censura preventiva dei cosiddetti Contenuti Generati dagli Utenti – La diversa posizione di Google – Un articolo di Tommaso Tessarolo

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E’ giunto il tempo delle regole. L’universo degli UGC (cioè i cosiddetti Contenuti generati dagli utenti, ndr) da oggi non sarà più lo stesso, di certo non più un porto franco dove poter fare o trovare quel che si vuole. CBS , Dailymotion, Microsoft , NBC Universal, News Corp’s FOX e MySpace, Viacom, e Walt Disney si sono sedute intorno ad un tavolo ed hanno redatto le sacre scritture, 15 regole che chiunque voglia entrare o semplicemente rimanere nel business degli UGC dovrà da oggi rispettare.

Lo scrive Tommaso Tessarolo sul suo blog omonimo, spiegando che

ad una prima lettura sembra di trovarsi di fronte all’apoteosi dell’ovvio, ma soffermandosi sui passaggi chiave si capisce il perché di questa operazione. E’ una sorta di minaccia velata nei confronti del mondo Internet: o si rispettano le tavole o partiranno denunce a profusione. Il senso è più o meno questo. Preso atto dell’impossibilità di arginare il fenomeno i grandi attori decidono di accettare la sua esistenza dettando però loro le regole.

In pratica, secondo Tessarolo, scatta una sorta di ‘’censura preventiva’’:

Quindi niente più materiale online fintantoché le macchine non abbiano eseguito il loro lavoro. In caso di falsi positivi amen, il video non va “in onda” e chissenefrega. In pratica è come dire: gli utenti vengono comunque dopo le major, per vedere pubblicato il loro materiale devono aspettare e se qualcosa va male peggio per loro. Mi chiedo, ma non stavamo viaggiando su altre frequenze? Il principio non era quello dello sharing, del potere che emerge dal basso? Hanno più da perdere le Major per qualche ora di permanenza di una loro preziosissima clip su YouTube o gli utenti a vedersi censurare preventivamente la messa online del loro materiale? Per altro, nei 15 preziosissimi punti non vi è menzione di render pubblici i criteri di filtro da parte dei “raccoglitori” di UGC. Non è dato sapere quali sono i principi algoritmici secondo i quali viene applicato il filtro. Per cui se un vostro video non vedrà mai la luce online non potrete far altro che credere che sia incappato in un clamoroso falso positivo, anche se magari non conteneva nulla di anomalo. Attenti quindi a cosa producete perché la censura mascherata da tutela del copyright vi potrà colpire senza avvertimento. Se dovesse capitare poi vorrei sapere quale regola seguire, denunciare forse per mancata pubblicazione uno dei grandi nomi perché non vi ha concesso un servizio che comunque eroga gratuitamente?

Poco importa, le regole ormai sono date e chi non le rispetta verrà perseguito. Google in testa.

Già questo – aggiunge Tessarolo – basterebbe per far accapponare la pelle ma purtroppo il secondo problema nascosto nelle 15 regole è ancora più grave. Se per caso vi venisse in mente di attivare sul vostro sito un servizio di raccolta di UGC sappiate che dovete mettere a budget qualche milione di dollari per acquisire uno dei software in circolazione per la censura preventiva. Non importa se su 100 mila utenti magari solo 100 siano i “criminali”, non importa niente. Appena vi beccano con 1 minuto di “LOST” sul sito senza che abbiate il censuratore preventivo vi fanno chiudere. Il danno economico subito per loro sarebbe troppo grave, tanto da non farvi meritare lÂ’esistenza. Quindi il mio consiglio è lasciate perdere: se avete un servizio UGC chiudetelo, se state sviluppando una piattaforma desistete, arrendetevi tanto non c’è speranza. La raccolta di materiale generato dagli utenti deve essere limitata al massimo e consentita solo a chi ha i soldi per censurare preventivamente. Anzi no, una possibilità vi è stata data, è scritta nelle 15 regole: potete controllare tutto a mano.

Questo vi è consentito. Quindi niente software, niente algoritmi, ma batterie di visualizzatori di video al servizio della legalità. Per fortuna che ci hanno pensato, cosi almeno qualcosa potrà continuare a sopravvivere. Ma non vi azzardare a fare numeri importanti perché altrimenti non riuscirete più a capirci nulla.

Che dire, – conclude Tessarolo – è iniziata una nuova epoca, lÂ’era delle 15 regole. Se vi sentite presi in giro volete sapere qual’è la chiosa delle tavole che ci hanno regalato lorsignori?

“Incoraggiare l’innovazione. Abilitare l’espressione creativa”.


Forza Google, tieni duro!

— Le tavole della legge.

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