«Il giornale cartaceo resisterà molto più a lungo di quanto si pensi». Questa l’opinione di Michael Rogers, il “futurist-in-residence” del New York Times Co. (com’è stampato sul suo bigliettino di visita). La previsione è in diretta replica a quella meno tenera dello stesso editore del colosso editoriale rimbalzata con fragore un po’ ovunque. Anziché sostituire il quotidiano, il Times punta piuttosto a usare gli attuali trend digitali per rafforzare il proprio ruolo come perno centrale della nuova mappa dell’informazione. Ciò facendo buon uso delle maggiori tendenze in corso: vasta diffusione della banda (sempre più) larga, emergere dell’user-generated content, proliferazione della telefonia mobile. Da notare che Rogers è forse il più illustre del gruppo di ricerca e sviluppo (R&D) allestito 16 mesi fa, la prima volta nella storia della testata statunitense, «in riconoscimento del fatto che lo scenario mediatico va modificandosi rapidamente», spiega Michael Zimbalist, ex responsabile della Online Publishers Association che ha ricevuto l’incarico di formare tale gruppo. Secondo il quale occorre dunque spostarsi verso una dimensione da “fonderia digitale”, adattando news e formati a una varietà di device e piattaforme. Senza tuttavia abbandonare la ‘old-fashioned’ versione cartacea. Perchè mai? «È difficile competere con la carta», chiarisce Rogers. «Costa poco, offre alta risoluzione e si può buttar via».