Il consorzio verrebbe formato dagli editori Gannett., Tribune, Hearst Corp., Media News Group e Cox Newspapers di fronte al progressivo declino della diffusione e quindi della pubblicità su carta – Una comune forza vendita per offrire agli inserzionisti nazionali un unico programma di advertising online in tutto il paese – La competizione con Yahoo inc. e la speranza che si uniscano anche gli altri big dellÂ’ editoria quotidiana
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Cinque delle maggiori aziende editoriali di giornali Usa stanno lavorando per creare un network nazionale di pubblicità online con cui sperano di riconquistare i ricavi perduti con i prodotti a stampa.
Lo afferma in un articolo sul Chicagotribune.com Michael Oneal, citndo fonti vicine alle aziende.
Il consorzio verrebbe formato da Gannett Co., Tribune Co., Hearst Corp., Media News Group e Cox Newspapers che, in particolare, starebbero mettendo insieme una comune forza vendita per offrire agli inserzionisti nazionali un programma comune di inserzioni online in tutto il paese.
Il consorzio, che dovrà competere con un analogo network messo in piedi l’ anno scorso da Yahoo inc., dovrebbe riuscire a conquistare sette dei principali 10 mercati Usa. La speranza è che esso possa crescere attirando anche altre grandi compagnie editoriali, come la Washington Post Co. e la McClatchy Co.
‘’Più siamo e meglio 蒒, ha spiegato Leon Levitt, vicepresidente del settore media digitali alla Cox.
Levitt e gli altri – sempre secondo Oneal – sottolineano comunque che i contatti fra le aziende sono ancora allo stadio iniziale. Ma lo sforzo comune è proprio l’ ultimo segnale del cambiamento radicale che sta percorrendo il mondo dell’ industria dei giornali di fronte alla defezione dei lettori e al ricorso ad internet come fonte quotidiana di informazione e intrattenimento.
I dirigenti editoriali dei giornali si stanno battendo per cercare dei modi per lottare contro i nuovi rivali dell’ online e stanno arrivando alla conclusione c he possono essere più forti stando insieme che non restando da soli. Le aziende stanno pensando a call center comuni, ad accordi per la stampa e le tipografie, a sistemi comuni di distribuzione: qualsiasi cosa che possa ridurre i costi e accrescere la competitività .