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SENZA PROBLEMI MA SENZA BENEFICI CHI SI OSTINA A RIFIUTARE LÂ’ ONLINE

Alcune testate resistono alle sirene del web, come in Francia Le Canard o Charlie Ebdo – Ma alla fine, sostiene l’ Observatoire des médias, non avranno guadagnato niente, accumulando solo dieci anni di ritardo nelle tecnologie di distribuzione

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CÂ’ è anche qualcuno che resiste alle sirene del web e continua, imperterrito, a basarsi solo sulla carta. Nicolas Kayser-Bril, dedica un articolo sull’ Observatoire des médias a queste testate ‘’senza internet e senza problemiÂ’Â’.

Mentre giornali come La Hulotte o Le Canard Enchaîné ‘’si limitano a qualche pagina sul web che più 1.0 non si può’’, c’ è persino chi, come Charlie Hebdo, rifiuta del tutto di aprire uno spazio online’’, visto che i discorsi infiammati sull’ avvento del digitale gli devono sembrare del tutto vuoti.

La loro avversione per il web – aggiunge Kayser-Bril – sembra andare più lontano. Il Canard afferma che il suo mestiere è quello di informare ‘’con carta e inchiostro’’. Una palma in più nel  cyber-mare li allontanerebbe dal cuore del loro mestiere, la carta.

Charlie è ancora più problematico, rileva Kaiser-Bril. Il direttore, Philippe Val, vede il web come ‘’la Kommandantur du monde ultralibéral’’, uno spazio abitato da perversi e ‘’boursicoteurs’’, come scriveva in un editoriale nel 2001. Egli ritiene ancora oggi che andarci significherebbe sporcare l’ immagine del giornale. I blog? Per tarati e maniaci. L’ interattività? La disneyland del pensiero.

Oltre a infastidire i lettori-internauti con queste prese di posizione, la strategia di Charlie sbaglia rotta.

Disertando il web, il giornale lascia agli altri il compito di rappresentarlo. 

Un sito  già propone, ogni settimana, le copertine del giornale e alcune delle sue caricature.

Charlie rinuncia allo stesso modo ai guadagni che potrebbero procurargli i suoi archivi. La scusa invocata – con quaranta autori, la gestione dei diritti dopo il 1992 sarebbe troppo difficile – farebbe ridere Time o il Daily Mirror, che mettono in linea tutto, rispettivamente, dal 1923 e 1903.
Charlie ha malgrado tutto coscienza dei cambiamenti dei lettori. Philippe Val sarebbe anche pronto, in futuro, a lasciare la carta per andare su nuovi supporti, tipo le edicole digitali.

In conclusione, dice Kayser-Bril, questo evitare internet, spesso accompagnato da riprovazione, non avrà reso niente a quelli che hanno deciso di restare su carta. Avranno semplicemente accumulato dieci anni di ritardo nello sviluppo delle loro tecnologie di diffusione.

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