Doccia fredda per gli operatori al Mipcom di Cannes – ‘’La copertura è approssimativa e i contenuti sono sempre gli stessi’’, spiega Tommaso Tessarolo, ‘’ma per la televisione in mobilità è inutile un videofonino: basta un semplice iPod’’
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La tv mobile ha ancora molta strada da fare, in Europa e in Nord-America soprattutto. Al Mipcom, il Mercato internazionale dei contenuti audiovisivi che si è svolto nei giorni scorsi a Cannes, il quadro che è venuto fuori era allarmante: pochi inserzionisti e quasi nessun utente.
L’ analista Paul Goode – rileva Robert Andrews su Paidcontent.org – ha riferito che è stata adottata solo dallo 0,60% negli Usa e dallo 0,92% nel Regno Unito e Pierre Barnabe (dirigente di Alcatel-Lucent) ha spiegato che costruire un network di 20-30 canali per la tv mobile, che copra il 70% della popolazione, richiede un capitale da 150 a 400 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 60 milioni di euro di spese di funzionamento e 50 milioni di euro per l’ acquisto dei contenuti. In totale un investimento quinquennale di 800 milioni di euro.
Tommaso Tessarolo, sul suo omonimo blog sostiene che ‘’il mercato risponde male’’ perché ‘’la copertura è approssimativa in troppe zone, il costo d’abbonamento troppo alto, la modalità di fruizione lineare e quindi “ad appuntamento” non compatibile con le necessità di chi si sposta e, dulcis in fundo, i contenuti non sono poi così interessanti. Anzi, diciamola tutta, i contenuti son sempre gli stessi, miscelati ad arte ed opportunamente ribolliti per provare ad infinocchiare i presunti idioti utenti mobili’’.
‘’Ma – aggiunge Tessarolo – tanto idioti gli utenti evidentemente non sono e non comprando fanno crollare tutto lo sperato circolo virtuoso delle telefoniche. Pochi spettatori, poca pubblicità. Poca pubblicità pochissimi soldi e quindi zero budget per investire su nuovi contenuti. Ecco quindi l’ennesimo piagnisteo collettivo accompagnato da pesanti revisioni nelle previsioni di ricavo ed un generale senso di sfiga che accompagna l’intrattenimento in mobilità.
Peccato però (per lorsignori) che la TV in mobilità funziona eccome – ribatte Tessarolo -. Non è ad abbonamento, né in pay-per-view, non c’è necessità di TVfonino operator locked, ne di chissà quali diavolerie tecnologiche. Basta comprare un iPod (o simili) attaccarlo ad un computer ed il gioco è fatto. Non avete problemi di copertura, nessun costo d’abbonamento (tranne la vostra ADSL o neanche quella se il vicino è magnanimo), non siete chiamati a nessun appuntamento ma avrete sempre tutto quello che volete a portata di mano e, dulcis in fundo, avrete una scelta impressionante di nuovi contenuti con format e argomenti che la TV si sogna.
Io la mattina quando mi sveglio trovo il mio iPod già sincronizzato, lo stacco e ho tutto quello che voglio con me. Lo schermo del Touch poi mi da un’esperienza di visione che anche i TVfonini di ultima generazione o il tanto esaltato (a ragione) Nokia N95 semplicemente si sognano.
Mi guardo le news a casa, in metro, al lavoro, dove voglio. Mi leggo i feed RSS da NetVibes versione iPhone prendendo appunti su Delicious, il tutto camminando per strada. Con tre orette di santa pazienza poi, il Touch è “uscito di prigione” ed ho potuto installarci sopra la qualsiasi: dalle applicazioni iPhone come Mail e le Google Maps arrivando a giochi e programmi musicali. Vedere YouTube in H264 è un’altra esperienza straordinaria come guardare mio figlio di poco più di due anni sfogliare le foto con il semplice tocco di un dito. Non ultimo l’utilizzo di iTunes in WiFi dove per passare da un compulsivo desiderio d’acquisto all’avere una canzone nelle proprie orecchie bastano 40 secondi.
Pensate poi a quello che sta facendo negli USA Apple con Starbucks: entrando a prendere un caffè negli Starbucks abilitati si può avere sul proprio iPod la scheda della canzone che sta suonando in quel momento per arrivare con un solo clic a comprarla. Facile immaginare come nei prossimi anni vedremo sempre più luoghi fisici trasformati in luoghi d’incontro dove poter acquistare qualsiasi cosa sia digitale con una semplicità disarmante. E così via senza limiti all’immaginazione.
Ma, al di là di quello che ci riserverà il futuro, è fondamentale capire come la TV in mobilità stia per esplodere ora e che questa sarà un’altra grandissima porta d’ingresso per la NetTV verso le masse. Prima che sul televisore di casa, arriveremo ad avere nuovi contenuti on-demand in mobilità con buona pace degli operatori mobili. Olè!