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"Diminuisce la povertà; Cala l’ analfabetismo; Cala il lavoro minorile; Diminuisce la fame; Calano le guerre; L’ aria è sempre più pulita; Si estendono le foreste; Diminuisce la criminalità…" . Non sono farneticazioni di un visionario, ma i titoli dei capitoli di un libro dedicato alle “buone notizie”: “Non è vero che tutto va peggio”.
Lo hanno scritto a quattro mani Michele Dotti e Jacopo Fo e in questi giorni il libro viene presentato in una serie di incontri in giro per l’ Italia (vedi qui).
Dotti, (http://micheledotti.myblog.it) – formatore del C.R.E.S. (Centro Ricerca Educazione allo Sviluppo) e volontario di Mani Tese, attivo da oltre 16 anni, con una lunga esperienza di cooperazione in vari stati dell’Africa occidentale (Burkina Faso, Benin, Mali, Togo) – svolge prevalentemente un’ attività nelle scuole come educatore e ci spiega in questo suo intervento il senso del libro.
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"Ricordate quando esisteva la "cronaca nera"? L’aggettivo serviva a definirla e distinguerla da tutto il resto della cronaca.
Oggi la cronaca è sempre e soltanto "nera", al punto che è scomparso l’aggettivo. Morti, stragi, catastrofi, allarmi ed emergenze si accavallano ad un ritmo frenetico e sono divenuti ordinari al punto da creare quasi un’assuefazione e un distacco, anche emotivo, dai problemi mostrati, con l’effetto di creare rassegnazione e disimpegno in molti ambiti. Prevale l’impressione che "ormai" (questa parola è micidiale!) non ci sia più nulla da fare, che tutto stia andando a rotoli, che non ci siano più speranze di un futuro migliore, né in campo sociale, né ecologico, né economico o culturale. Per i giovani poi questa è una convinzione davvero profonda.
Questo stride fortemente con una analisi scientifica dei dati riguardanti questi fenomeni che, al contrario di questa "percezione" diffusa, evidenziano chiaramente, in molti settori, gli enormi progressi compiuti negli ultimi decenni!
Contro il clima di sfiducia, di disperazione e direi quasi di "paura del futuro" che ci circonda, ho deciso di realizzare quindi una ricerca che mettesse in evidenza i grandi passi compiuti dall’umanità, senza con questo voler nascondere il cammino che ancora resta da fare e su cui è necessario l’ impegno e la partecipazione di tutti! Ma non ci può essere impegno e partecipazione da parte di chi crede che questi ormai siano inutili, che non possano più dare frutti.
Mostrare le "buone notizie" allora non significa fare gli struzzi e voler nascondere i tanti problemi che l’ umanità deve ancora affrontare, ma creare consapevolezza circa le reali possibilità di affrontarli e risolverli – come è sempre stato nella storia – se solo ci sarà la volontà di farlo!
"Non è vero che tutto va peggio" dunque non è solo un libro, ma vuole essere molto di più; vuole essere l’avvio di tanti percorsi culturali che invitino a cambiare prospettiva di fronte ai problemi del mondo.
Dal libro infatti è nato un blog, stanno nascendo dei video che partono dai vari paragrafi e li sviluppano ulteriormente, sta partendo una lunga serie di incontri pubblici, formazione, articoli, servizi radio e tv…
Insomma, bisogna rimboccarsi le maniche e fare come i salmoni: risalire insieme contro la corrente dell’informazione che spesso alimenta solo paure e un grande senso di impotenza, e magari scopriremo anche che può essere molto divertente!"