Il futuro dei giornali è roseo, dice il presidente WAN. Ma in Usa ed Europa?
I giornali hanno tutte le possibilità per continuare ad avere successo nel moderno panorama dei media e quelli che ne prevedono il declino stanno compiendo un “profondo erroreâ€. E’ la convinzione di Gavin O’ Reilly, presidente (confermato) della World Association of Newspapers (Wan) che al 61/o Congresso internazionale dell’ Associazione a Goteborg ha previsto un “brillante futuro per l’ industria dei giornali†– E’ vero che la diffusione è cresciuta l’ anno scorso di 18 milioni di copie, replica Philip Stone su FollowTheMedia (Ftm), ma se si considera che solo in Cina ed in India c’ è stato un aumento di 18,4 milioni di copie diffuse ogni giorno, è chiaro che il quadro delle vendite dei giornali a pagamento non è molto incoraggiante, specialmente negli Usa e nell’ UE
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Sulla scorta dei dati diffusi in apertura del 61/o Congresso internazionale della World Association of Newspapers (Wan) a Goteborg (Lsdi, Quotidiani: crescono le vendite globali, + 2,57% nel 2007), Gavin O’ Reilly, presidente dell’ Associazione, è convinto che i quotidiani abbiano “tutte le possibilità per continuare ad avere successo nel moderno panorama dei media” e che “quelli che ne prevedono il declino stanno compiendo un ‘profondo errore’ “ e prevede quindi “un brillante futuro per l’ industria dei giornali”.
Gli replica Philip Stone su FollowTheMedia: è vero che la diffusione globale dei quotidiani è cresciuta l’ anno scorso di 18 milioni di copie, ma se si considera che solo in Cina ed in India c’ è stato nel 2007 un aumento di 18,4 milioni di copie diffuse ogni giorno, è chiaro che il quadro delle vendite dei giornali a pagamento non è molto incoraggiante, specialmente negli Usa e nell’ UE.
“ Ogni ricerca commissionata dalle banche di investimento suona virtualmente come una conferma al giudizio, ormai convenzionale, secondo cui i giornali sarebbero un relitto del passato e le aziende editrici di quotidiani non sarebbero più in grado di sostenere le sfide – che sono invece delle grandi opportunità – che il mondo digitale offre. Che grande errore compiono questi commentatori!”, ha detto O’ Reilly nel suo intervento a Goteborg.
“Tutti noi dell’ editoria dei giornali conosciamo i grandi problemi strategici e le sfide in campo provocati dal rapido evolvere del mondo digitale. E sappiamo anche che gli editori di successo sono quelli che riconoscono e puntano sulle posizioni di forza che i giornali occupano nell’ affollato panorama dei media. Fortunatamente sono la maggioranza”.
“Il fatto è che che i giornali stanno vincendo in un mondo di crescente frammentazione digitale – ha rilevato O’ Reilly -. Esaminando in maniera ponderata le tendenze dell’ audience dell’ editoria dei quotidiani, possiamo rilevare la quantità della nostra readership e la qualità demografica del pubblico a cui ci rivolgiamo e, insieme, la crescente audience che otteniamo dall’ online, e la conclusione è che la nostra industria è in una posizione molto positiva per affrontare la tempesta della frammentazione digitale, garantendoci delle audience affidabili e relativamente stabili”.
I giornali, globalmente, hanno un giro d’ affari di 190 miliardi di dollari e raggiungono ogni giorno 1,7 miliardi di uomini sulla faccia della terra. Il settore dovrebbe registrare globalmente un aumento della pubblicità del 17% nei prossimi 5 anni.
E’ per questo che, secondo O’ Reilly – che è stato riconfermato alla guida della Wan – “i giornali sono una realtà vitale, rilevante e interessante dal punto di vista commerciale per i lettori e gli inserzionisti. Per gli investitori, l’ investimento nelle nuove tecnologie e il raggiungimento di nuove audience producono un cocktail di successo: una valutazione demograficamente molto precisa accoppiata a dei consistenti margini di ricavi”.
Ma, rileva Stone nel suo lungo articolo su FTM, il fatto è che in Asia i quotidiani continuano a crescere in maniera notevole, mentre negli Usa continua il declino del tasso di diffusione e dei ricavi pubblicitari, mentre i quotidiani gratuiti coprono ora il 23% della diffusione dei giornali in Europa.
Sul piano della pubblicità, i ricavi globali sono cresciuti solo dello 0,86%, ma poiché gli Stati Uniti sono il mercato mondiale più vasto, il suo 3% di diminuzione ha un effetto maggiore sui dati globali. E sfortunatamente la WAN non ha i dati sui margini di profitto.
I cinque maggiori mercati per I quotidiani a pagamento sono Cina, 107 milioni di copie vendute ogni giorno (98.7 milioni nel 2006); India, 99 milioni (88.1 milioni); Giappone, 68 milioni (66.9 milion), Usa “quasi” 51 milioni (52.3 milioni); e Germania, 20.6 milioni (20.1 milioni).
A conferma della forza dell’ Asia, 74 dei principali quotidiani più venduti al mondo vengono pubblicati in quel continente, 62 dei quali in Cina, Giappone e India.
Ma mentre la crescita dei ricavi pubblicitari è rimasta pressoché stabile in Cina – con un 16,13% rispetto al +16% dell’ anno precedente -, in Giappone il tasso di crescita è peggiorato, scendendo da un +4,08% nel 2006 a un +3,2% dell’ anno scorso, e in India c’ è stato un calo dell’ 1,42% rispetto all’ aumento del 23% registrato nel 2006.
Così, gran parte della crescita globale della pubblicità ricade sulle spalle della Cina, con Giappone e India in calo.
E – aggiunge Stone – ci sono stati anche dei crolli nei livelli di lettura dei giornali. I lettori più avidi nel mondo restano I giapponesi, con 624 copie vendute per 1.000 adulti, ma c’ è stato un calo rispetto ai 630,9 registrati nel 2006; la Norvegia rimane seconda con 580 (601,2 l’ anno scorso) e la Colombia salta al terzo posto con 601,2 (nel 2006 dati non disponibili), la Finlandia scende al quarto posto con 503 (514,7 l’ anno scorso) e la Svezia e Singapore sono insieme al quinto posto con 449 (ma in Svezia l’ anno scorso erano 46,2). Complessivamente, la percentuale della popolazione adulta di Europa e Giappone che legge il giornale è in calo.