Il paese più insanguinato resta l’ Iraq dove l’ anno scorso le vittime sono state 44 – Al secondo posto la Somalia, con otto giornalisti uccisi, seguita da Sr Lanka (6) e Pakistan (5)
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Novantacinque fra giornalisti e altri lavoratori dei media sono stati uccisi nel 2007 a causa della loro attività professionale e due terzi di essi sono morti in Iraq e nelle altre zone di conflitto.
Le cifre sono della World Association of Newspapers che, contrariamente ad altre organizzazioni include nel conteggio delle vittime anche gli addetti non giornalisti.
I morti in Iraq sono stati 44 mentre la Somalia è al secondo posto della classifica dei paesi più pericolosi con 8 vittime, seguita da Sri Lanka (6) e Pakistan (5).
Il 2007 è stato un anno molto sanguinoso – precisa la WAN -, ma il record negative era stato registration nel 2006, con 110 giornalisti e operatori dei media ammazzati, mentre erano 58 gli uccisi nel 2005, 72 nel 2004 e 53 nel 2003.
“L’ Iraq continua ad essere il paese più rischioso per il mondo dei media e l’ aumento delle vittime nei vari conflitti mon diali è causa di profonda preoccupazioneâ€?, ha rilevato Timothy Balding, direttore generale della WAN.
In molti paesi i giornalisti sono vittime anche del crimine organizzato, dei trafficanti di droga e di altre organizzazioni criminali e purtroppo, “nella maggioranza dei casi – ha aggiunto Balding -, non si riesce a individuare e a processare i responsabili�.
La lista delle vittime è disponibile su
http://www.wan-press.org/rubrique.php3?id_rubrique=873