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A fine agosto OhmyNews Japan , il sito di citizen journalism che dalla Corea del Sud nel 2006 era entrato alla grande nel mercato giapponese , ha chiuso i battenti.
Ne dà notizia un articolo di Hanako Tokita, pubblicato (con la traduzione di Bernardo Parrella) sulla sezione italiana di GlobalVoices.
Dopo il primo annuncio ufficiale del 22 febbraio 2006 e il successivo lancio con l’aiuto del gigante mediatico giapponese Softbank e un contratto d’investimento valutato a 1,3 miliardi di yen [11 milioni di dollari] [it], fin dall’inizio – spiega l’ articolo – OhmyNews ha avuto vita dura in Giappone. A fine luglio sono stati licenziati tutti i dipendenti, e in agosto il sito ha cessato le operazioni.
Ora l’azienda ha lanciato una nuova iniziativa, chiamata Oh!myLife [giap].
Molti i blogger giapponesi che hanno commentato sull’ascesa e la caduta di OhmyNews Japan, e sulle motivazioni dietro il fallimento di questo progetto di citizen journalism [giap].
Un blogger, fra l’ altro, ha sottolineato che mentre il redattore-capo guadagnava 30 milioni di yen [circa 300.000 dollari] l’ anno, e i redattori 10 milioni di yen [100.000 dollari], gli autori di articoli esegnalazioni (cittadini non professionisti) venivano pagati appena 300 yen ad articolo.
Secondo un altro commentatore, sarebbe “andata scomparendo un’ atmosfera dove ‘la gente poteva esprimersi liberamente’, e il gruppo editoriale non ha avuto altra scelta se non iniziare a mostrarsi insolitamente attento, cosa che ha reso impossibile mantenere quell’ atmosfera libera, aperta e amichevole. I cittadini-reporter non se la sono più sentita di scrivere qualsiasi cosa venisse loro in mente”.
Inoltre, Ohmynews – sempre secondo le opinioni citate da GlobalVoices – non sarebbe “riuscita a mantenere lo stile originale molto probabilmente per questioni economiche, non essendo riuscito ad attirare sufficienti inserzioni (o forse non avevano numeri d’accesso sufficienti per chiedere alte tariffe agli inserzionisti), ma ha svolto un ruolo signficativo anche il fatto di non essere riusciti a produrre contenuti in grado di attirare continuamente lettori”.