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Il vero problema dei quotidiani non è la distribuzione, ma il loro contenuto inadatto e la sfiducia del pubblico nei confronti dei giornalisti. Ne è convinto Pierre-Jean Bozo, PDG di 20 Minutes France – il quotidiano gratuito francese diventato in pochi anni il giornale più diffuso del paese (850.000 copie)* – , secondo cui comunque il web non rappresenta che il 2% delle entrate del primo quotidiano francese.
Interrogato dal Club Medias & Entertainment dell’ INSEAD Alumni Association sugli Stati Generali della Stampa che si terranno in autunno, Bozo – riporta Mediawatch.Afp – ha raccomandato « di non focalizzarsi sui problemi della distribuzione, come vorrebbe il Presidente Sarkozy ».
« Il primo problema è relativo ai contenuti poco adatti. Il secondo è la questione dell’ etica dei giornalisti, confrontata alla perdita di fiducia del pubblico e al declino della loro credibilità ».
Secondo Bozo, il successo di 20 Minutes è dovuto proprio al fatto che esso risponde piuttosto bene a questa doppia sfida: « dando al lettore quello che ha bisogno di sapere » in modo pratico e piacevole, ed esigendo dai suoi giornalisti una etica « dei diritti e dei doveri », che tra l’ altro viene esplicitamente delineata in un allegato al loro contratto di lavoro.
In sintesi (secondo Mediawatch-Afp) :
– I contenuti di 20 Minutes ?
Stampa :« Quattro componenti per le news: devono essere essenziali, utili, locali e divertenti » nel quadro di una doppia funzione: « necessità & seduzione ». Cioè « rendere l’attualità comprensibile », e are della foto « uno strumento di scrittura per generare senso ».
« No ai prismi elitisti, no ai prismi politici».
Sito web: è « l’ informazione a flusso continuo, quello che si dice in città », « in diretta come alla tv », « copertura live di manifestazione sportive o discorsi importanti ». Una cinquantina di blog, alcuni dei quali remunerati.
– I risultati?
Primo semestre 2008 : margini del 9,5%, profitti = 1,4 milioni di euro.
– Il futuro ?
- « L’ evoluzione è su Internet », ma oggi « il web resta un mercato emergente ».
- Il mobile ? « Il modello economico non è ancora definito ». Insomma: si cerca ancora!
- L’e-book ? Ancora « troppi ostacoli » fisici oggi. Bisogna aspettare il foglio flessibile.
Bozo ha intenzione di costruire « una media house », con delle edizioni settimanali nel settore stampa e, nell’ online, su web TV, web radio e mobile.
– Il suo business model ?
- « 98% dei ricavi vengono dalla stampa, il 2% dal web e lo 0% dai cellulari e sistemi mobili». « Il 75% dei ricavi stampa vengono dall’ edizione nazionale ».
- « Esternalizzare tutto ( comprese le ‘risorse umane’, il settore giuridico, l’ informatizzazione, la distribuzione, la stampa, ecc. ) tranne la redazione e il commerciale »,
- « Nuove logiche di geo-marketing, crono-marketing e street-marketing ».
– La redazione ?
« 2 linee editoriali diverse, 2 redazioni specifiche, 1 solo open space con un corridoio fra di esse ». « La copertura degli argomenti va dal web alla stampa e non l’ inverso ».
92 giornalisti a tempo pieno + pigisti (praticanti) = « l’ equivalente di 130 giornalisti a tempo pieno, e cioè più, ad esempio, delle redazioni di RTL o France Info ». Sette uffici fuori Parigi.
Web = 20 giornalisti
Staff totale: 200 persone.
– Le qualità richieste agli aspiranti redattori ?
« Apertura di spirito, ascolto dei lettori e degli internauti. Non scrivere per proprio piacere ma per essere letto ».
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* 20 minutes France è pubblicato da Schibsted e Ouest France Group.
Nella grande Parigi, secondo Ipsos e CESP, il giornale ha una diffusione quotidiana di 855.000 copie con una readership di 2.339.000. Sostiene che I suoi lettori sono prevalentemente "giovani cittadini urbani (15-40 anni)".
Il giornale è stato lanciato a Parigi il 15 marzo 2002 e si è allargato poi ad altre aree urbane, Marsiglia, Lione, Bordeaux, Toulouse, Nantes, Strasburgo. Ogni edizione include una parte nazionale e una sezione regionale. Tutte le edizioni possono essere consultate su http://www.20minutes.fr