———-
I posti di lavoro nei media a dicembre 2007 sono scesi al livello di 15 anni fa (886.900), schiacciati dal tracollo dell’ industria dei giornali. Dal 2000, da quando col boom dei nuovi media si ebbe un picco nel numero dei dipendenti, le aziende hanno eliminato 167.600 posti di lavoro, come si può vedere dalla tabella qui sopra, tratta da un articolo di Advertising Age.
I dati di AdAge spiegano che giornali, tv e radio hanno globalmente tagliato gli organici, mentre i soli media che hanno aumentato gli organici sono stati i magazine (più 400 addetti) e le aziende editoriali online (con un aumento di 9.200 unità ).
Queste ultime – nel settore sono compresi anche i motori di ricerca e i portali web – hanno avuto una crescita del 13,4% nel campo degli addetti nel 2007, anche se i dipendenti complessivi nel settore restano il 31% in meno rispetto al picco della bolla internet.
“Il problema vero sono i giornali – sottolinea AdAge – che registrano la metà dei posti di lavoro perduti (82.800) dal 2000. Uno su quattro posti di lavoro è stato cancellato nei giornali a partire dal picco massimo da essi raggiunto nel 1990.
Intanto, gli addetti nei servizi di pubblicità e marketing e di comunicazione commerciale avevano raggiunto a novembre un record (769.000). In particolare i servizi di consulenza marketing hanno rafforzato questa crescita.
La ragione di questa diversità sta nel fatto che le aziende continuano a investire in marketing, puntando soprattutto su iniziative digitali, marketing diretto, promozione ed eventi, solo per citarne alcuni. E questo crea opportunità per i consulenti chiamati ad aiutare la definizione delle strategie.
Ma ci sono meno investimenti in questo campo verso i media. Il centro dati di AdAge ha dimostrato che le agenzie di marketing e comunicazione già nel 2005, e per la prima volta, avevano ricavato meno della metà del loro fatturato dai media tradizionali e dalla pianificazione delle campagne sui media.