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Il declino, sempre più accelerato, della diffusione ha portato le vendite dei quotidiani al punto più baso degli ultimi 60 anni. Lo segnala Alan Mutter sul blog Riflessioni di un Newsosauro, a proposito dell’ ulteriore calo – meno 3.5% – registrato negli ultimi sei mesi da parte dei maggiori 20 giornali Usa. Secondo i dati diffusi dalla Newspaper Association of America quest’ anno la diffusione non sarà superiore ai 50 milioni di copie: il punto più basso a partire dal 1946, quando complessivamente i quotidiani Usa vendevano 50,9 milioni di copie.
Ma, osserva Mutter, mentre la diffusione è crollata al livello del pre-BabyBoom, la popolazione del paese è più che raddoppiata dal 1946. Quindi, dividendo la popolazione per la diffusione si avrà che appena 18 americani su 100 oggi comprano un quotidiano. Mentre nel 1946 quella percentuale era del 36% (31% quelli che acquistavano un domenicale).
Mentre la diffusione si è indebolita sin dagli anni 80, il declino si è fortemente accelerato a partire dal 2003, come illustra la tabella in alto.
La diffusione dei quotidiani domenicali, che aveva tenuto relativamente meglio di quelli infrasettimanali, ora sta crollando più precipitosamente. Nei sei mesi analizzati dalla Ricerca, 1 ottobre 2007 – 31 marzo 2008, la diffusione è caduta del 4,2%, quasi un punto in più di quelli infrasettimanali.
Una parte del calo è stato in qualche modo deciso a tavolino. Un numero crescente di editori infatti hanno tagliato le copie destinate a zone troppo lontane per evitare le spese di trasporto e altri hanno eliminato tutte le copie omaggio.
Curiosamente – osserva Mutter – le notizie sul calo della diffusione coincidono con un ampio servizio di copertina di Advertising Age, la bibbia dell’ industria della pbblicità, intitolato “The Newspaper Death Watch.”
Non è che la depressione delle vendite e della vendita di pubblicità viene accelerata per caso dal continuo accumularsi di cattiva stampa sulla stampa?
(Per i dati specifici vedi Fnsi )