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Esercizi di fantagiornalismo


Si infittiscono le previsioni su come saranno i giornali del futuro, ma forse la risposta può venire dalla fantascienza – Una rassegna proposta dal sito io9 e i ”sondaggi” del Washington Post – Il prototipo di ”fiber media” potrebbe diventare oggetto quotidiano già nel 2015, tra sette anni

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di Matteo Bosco Bortolaso

New York – Quale sarà il giornale del futuro? Ce lo chiediamo da tempo, rivolgendo il quesito a professori, manager e colleghi. La risposta, per gioco ma anche seriamente, potrebbe venire dalla fantascienza. O almeno così suggerisce il sito io9, pubblicando un’interessante rassegna dei film futuristici che mostrano come potrebbe essere il quotidiano del futuro.

Le suggestioni sono molte: dalla inquietante prima pagina dal film Ultraviolet con Milla Jovovich a quella di Usa Today che i più attenti avranno notato in Minority Report e anche Ritorno al futuro 2. Ma se nel secondo il quotidiano non è cambiato molto, se non per un piccolo restyling grafico, nella pellicola con Tom Cruise c’è qualcosa di nuovo: i contenuti vengono aggiornati in tempo reale da una rete telematica che ormai permea tutto il mondo reale.

Soltanto fantascienza?

Il Washington Post lo ha chiesto a Russ Wilcox, capo di E Ink (letteralmente “inchiostro elettronico”), azienda nata dal Media Lab del Massachusetts Institute of Technology. Il fantascientifico quotidiano per ora è solo un esperimento da laboratorio: lo descivono come uno schermo spesso quanto un foglio di carta o come una sottile membrana costituita da particelle che possono diventare bianche o nere. Il prototipo di fiber media – così li chiamano gli esperti – potrebbe diventare oggetto quotidiano non nel 2054, l’anno raccontato dal film di Steven Spielberg, ma già nel 2015, tra sette anni.

Frank Ahrens, che ha intervistato Wilcox, scrive che un’invenzione simile potrebbe far risparmiare al Washington Post la bellezza di 110 milioni di dollari. “Immaginate questo business model – sogna Ahrens – uno schermo abbastanza conveniente da poter essere regalato a chi si abbona al Post. In alternativa, si può comprare la membrana elettronica e quindi si possono acquistare, di volta in volta, i contenuti del giornale”. Naturalmente ci saranno “problemi di classe”, continua il giornalista, secondo cui la carta continuerà ad esistere per chi non si può permettere l’abbonamento.

Wilcox spiega al Washington Post che per il momento la membrana mostra soltanto particelle bianche o nere. “La nostra sfida è aggiungere il colore”, dice. Secondo il capo di E Ink, il giornale elettronico offre vantaggi in termini di leggibilità rispetto al monitor del computer: “il lettore è come un’aquila che vola su un deserto, cercando la sua preda. Quando vede un coniglio, scende giù e lo prende”. Il quotidiano cartaceo, soprattutto se broadsheet, illustra bene la metafora dell’acquila e del coniglio. L’obiettivo è perciò di costruire uno schermo “grande come due portatili, ma che grazie alla nostra tecnologia consuma cento volte di meno di uno schermo normale: si può usare per un mese senza ricaricare la batteria e si può anche arrotolare”.

Ma quanto costerà il nuovo quotidiano-membrana? Secondo Wilcox potrebbe davvero essere gratuito, perché attualmente le aziende spendendo 150 dollari annuali per ogni lettore, in spese per la produzione del giornale cartaceo. E’ quindi pensabile che il quotidiano elettronico possa essere regalato agli abbonati, perché “non costerà più di 300 dollari”.

Il vero problema non sarà per chi legge, ma per chi scrive: ci saranno diverse “ulcere per i giornalisti” perché avranno “scadenze ogni 60 secondi”, continua il responsabile di E Ink. Per via dei collegamenti internet diffusi più o meno ovunque, il quotidiano dovrà essere aggiornato praticamente in tempo reale, magari con contributi audio e video. Esso sarà fruibile dappertutto se diventeranno realtà quei progetti – come quello proposto a San Francisco– che vogliono rendere le aree metropolitane totalmente wi–fi.

Forse non bisogna aspettare il 2015 per vedere fantascienza e fantagiornalismo divenire realtà. Recentemente la Apple ha presentato il nuovo portatile Air, che ha un ingombro e un peso inimmaginabili fino a qualche anno fa. La stessa azienda ha già realizzato una specie di giornale elettronico. E’ l’iPhone, cellulare che negli Usa si collega anche ad Internet: e le notizie si possono già leggere praticamente ovunque.

 

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