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Frena la pubblicità online, ma può essere anche un buon segno

In un post sul suo blog, Luca De Biase prende spunto da un articolo dell’ Economist per segnalare che “una frenata in un mondo nel quale tutti erano abituati a numeri sempre in crescita accelerata è sana: consente di tener conto che esistono limiti in tutti i fenomeni economici”

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Luca De Biase ha parlato sul suo blog di crisi congiunturale della pubblicità segnalando un articolo dell’Economist sulla diminuzione dei click sulle inserzioni pubblicitarie su Google.

Che significa quando la gente clicca di meno?, si chiedeva l’ Economist.

Questa diminuzione – secondo De Biase – si può spiegare come:

1. Fenomeno congiunturale dovuto alla crisi economica di questi mesi che riduce la propensione all’acquisto di molti consumatori (una possibile diminuzione del fatturato per gli editori online)
2. Fenomeno strutturale che consegue alla diminuzione dei consumatori che cliccano sulla pubblicità corrispondente all’aumento dei consumatori che cliccano sulle offerte di vendita vere e proprie (un possibile aumento del fatturato per gli editori online)
3. Una diminuzione dell’accelerazione degli investimenti pubblicitari online che potrebbe segnalare un possibile tetto all’investimento pubblicitario in rete.

Sicuramente – aggiunge De Biase – è presto per parlare di questioni strutturali. Ma una frenata in un mondo nel quale tutti erano abituati a numeri sempre in crescita accelerata è sana: consente di tener conto che esistono limiti in tutti i fenomeni economici.

Può essere che prima o poi la pubblicità online smetta di attrarre la maggior parte degli innovatori nel campo dei media e di assorbire la gran parte delle speranze dei loro piani di business. Può essere che prima o poi qualcuno debba tornare a pensare se esistono altri modelli di business oltre a quelli basati sulla pubblicità.

In ogni caso, conclude l’ articolo, “sarà un buon giorno per l’informazione”.

Concordiamo pienamente.  

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