Giornali Usa: presenza online sempre più raffinata ma poco investimento sul nuovo
Bivings Group ha realizzato una ricerca sull’ uso che i quotidiani Usa fanno della rete – La stampa americana considera ormai Internet come una risorsa e ha affinato i suoi strumenti e servizi migliorando l’ accesso all’ informazione e la condivisione con una audience allargata – Ma si sono concentrati solo sul miglioramento di ciò che hanno già , invece di puntare alla re-invenzione, l’ unico antidoto per far uscire l’ industria editoriale dalla crisi
———-
Uno studio molto interessante sull’ uso che i giornali americani fanno di Internet viene segnalato da Marie-Catherine Beuth su blog.lefigaro.com.
Si tratta di The Use of the Internet by America’s Newspapers, realizzato dal Centro di webdesign The Bivings Group.
Lo studio traccia perr il terzo anno consecutivo un panorama minuzioso delle pratiche internet dei primi 100 giornali americani, da USA Today (2,28 milioni di copie) all’ Harrisburg Patriot News (95.588 copie).
A che punto sono i giornali Usa nel 2008 ? Beuth ha riorganizzato per tendenze – in crescita, in calo, stazionario – i risultati della ricerca per verificare meglio dove vanno i siti web della stampa degli Stati Uniti.
Ecco il quadro sintetico.
Gli inevitabili – presenti su tutti (o quasi) i siti analizzati:
– i flussi RSS sono su tutti i siti. Il 95% dei giornali offrtono anche gli RSS per ciascun settore.
– i video sono presenti in un modo o nell’ altro su tutti i siti, crescendo dal 61% dei siti del 2006 al 92% di oggi.
– i blog dei giornalisti sono quasi-obbligatori, vengono proposti dal 95% dei giornali* *Per chi volesse avere un quadro dei blog dei media francesi, ecco un’ analisi proposta da François Guillot, Politique de blogs des médias français.
– la publicità online: link a sponsor, banner, pubblicità interstiziale (la guerra è guerra).
I più popolari :
– la condivisione dei favoriti (social bookmarking) è diventato una sorta di "standard industriale", proposta sul 92% dei siti contro il 7% nel 2006. Idea : promuovere I contenuti aumenta il numero di pagine viste e quindi i ricavi pubblicitari.
– i commenti sugli articoli. Presente sul 33% dei siti nel 2007, questa opzione c’ è ora nel 75% dei giornali. "Un modo agevole per le testate di individuare quale tipo di informazioni interessano i lettori e di creare una comunità attorno ai loro contenuti".
– Il 76% dei siti propongono una sezione de "i +" (letti/visti/inviati-per-email/commentati). La raccomandazione ha i suoi effetti.
Gli emergenti :
– il sito da mobile s’ impone ormai come una opzionenecessaria per il 64% delle testate, rispetto al 53% del 2007.
– i contenuti generati dagli utenti (UGC) arrivano progressivamente sui siti: il 58% accettano foto degli internauti, il 18% video, il 15% articoli.
I perdenti – quello che non va più:
– i podcast stanno perdendo velocità: offerti su 40 siti contro i 49 dell’ anno scorso.
– l’ iscrizione per accedere a contenuti gratuiti è in via di scomparsa: l’ 11% dei siti la richiedono ancora, mentre erano ancora il 29% nel007.
I minoritari
– il 10% dei giornali hanno creato una rete sociale. Sono il doppio dell’ anno scorso, ma ancora pochissimi, nonostante le attese del Bivings.
– i tag sono assenti nel 91% delle testate.
Conclusioni
Lo studio, secondo Beuth, fornisce tre interessanti elementi conclusivi:
- "I giornali aprono i loro siti internet a un numero crescente di lettori. Questo mostra in cambiamento del modo con cui la stampa americana vede la Rete: piuttosto che considerarla come una minaccia per i suoi lettori, l’ industria della stampa scritta comincia a utilizzare Internet per creare delle comunità online attorno alle loro pubblicazioni."
- "I giornali hanno affinato i loro strumenti e servizi migliorando l’ accesso all’ informazione e la condivisione con una audience allargata. Piuttosto che interessarsi a tutte le tendenze di Internet, si sono conc entrati sugli strumenti che migliorano la loro relazione con i lettori e aumentano le pagine viste dei loro articoli."
- "I quotidiani si sono concentrati sul miglioramento di ciò che hanno già, mentre la re-invenzione sarebbe necessaria all’ industria editoriale per uscire dalla crisi."