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di Jennifer Woodard Maderazo*
(da Media Shift)
Anche il mondo che parla spagnolo sta registrando un fortissimo sviluppo di esperimenti di Citizen journalism. Lo racconta Jennifer Woodard Maderazo in un ampio articolo su Media shift, il sito di Marc Glaser, spiegando che molti dei siti più importanti fanno capo a quotidiani.
In Argentina, ad esempio, il quotidiano Clarin recentemente ha lanciato un network di blog . In Spagna, El Pais ha aperto una sezione di citizen journalism chiamata “Io, Giornalista”, dove i lettori contribuiscono alla redazione di articoli inviando post, fotografie e video.
Ma oltre al tradizionale impegno dei giornali nel giornalismo partecipativo che si registra dall’ Argentina alla Spagna, stanno nascendo vari altri progetti giornalistici che condovidono un unico obbiettivo: superare il gap nel lavoro di ricostruzione giornalistica e permettere che i lettori vengano a conoscenza di vicende importanti per le loro comunità nel loro linguaggio.
Ecco alcuni esperimenti interessanti nati nel mondo di lingua spagnola.
– Argentina
Un nome strano in qualsiasi lingua, igooh.com è un progetto indipendente di citizen journalism nato in Argentina che consente agli utenti di condividere informazioni e di discutere online su questioni di comune interesse. Nel giugno 2006, Ignacio Escribano, un freelance e musicista con pochissima esperienza del web, ha lanciato l’ idea di creare un sito dove le persone fossero libere di esprimere se stesse online, di scrivere e di parlare di vicende che normalmente non sarebbero state “coperte” dai media tradizionali.
“Volevamo incoraggiare a scrivere storie positive, per promuovere i valori umani nella nostra società”, precisa Escribano, prendendo le distanze dalla stampa tradizionale che – dice – “ha bisogno di storie legate all’ agenda giornalistica” che lui trova “di corte vedute e primitive”.
Su igooh.com, i cittadini-giornalisti non condividono solo notizie, ma anche saggi su questioni come il significato della morte, sulla poesia e le immagini preferite.
Escribano sostiene che la chiave per un grosso progetto di citizen journalism è l’ inclusione e il mutuo rispetto. Il sito pubblica contenuti e commenti in tempo reale, senza moderatori.
“Anche con più di 300.000 visitatori mensili, abbiamo registrato solo uno o due casi di abuso nella comunità”, rileva. “E’ la stessa comunità che decide cosa è da pubblicare e cosa no”.
Il progetto è totalmente indipendente. Il giornale argentino La Nacion fornisce solo il supporto tecnico e ha inserito sulla sua homepage un link a igooh.com.
– Bolivia
La Bolivia è un paese con una storia politica molto complessa e una altrettanto complessa cultura nazionale, ma tutto ciò non trova una grande ‘copertura’ sui mainstream media o all’ estero. E se questo nuovo progetto di citizen journalism chiamato AhoraBolivia (“Ora Bolivia”) è una indicazione del vuoto mediatico, ci sono tantissime vicende che non sono mai state raccontate nello stesso paese.
AhoraBolivia sta cercando di riempire il gap con un giornalismo dal basso profondo e con commenti ben scritti.
Proprio in questi giorni alcunin dei fondatori del sito si sono nella regione boliviana di Trinidad per ricostruire, con post su alcuni blog e video, alcune delle devastazioni provocate dalle massicce alluvioni.
Il reportage, realizzato al 100% da non professionisti, è molto ben fatto e racconta nei particolari quello che è successo nella zona.
Il testo, le immagini e i video girati sul posto mostrano una Bolovia che molti di noi è sconosciuta e fa emergere che il cuore delle vicende è lo stesso dovunque: il lato umano delle notizie, le face e le voci che non si vedrebbero mai sui mainstream media.
– Peru
Il nord del Peru ha il suo giornale fatto dai suoi abitanti: è Gua 3.0, il primo del genere in quella zona e, secondo alcuni, il primo in tutto il Perù.
Gua 3.0 fornisce ai lettori del nord del paese notizie utili nel settore della salute, della politica e dell’ ambiente e una serie di informazioni iperlocali che vanno dalla disponibilità di posti nelle scuole alle biblioteche locali, fino alle insufficienze dei governi locali nel campo degli aiuti alle vittime delle inondazioni nella regione di Tumbes.
Con alcune recenti inchieste, Gua 3.0 ha denunciato che il governo regionale di Tumbes ha mostrato delle presunte inadeguatezze nella gestione dei bisogni delle comunità colpite.
– Il resto dell’ America Latina
La linua spagnola unisce milioni di persone nei vaeri continenti e su questo si basa un progetto molto interessante chiamato PeriodismoCiudadano.com (“giornalismo dei cittadini”).
Il progetto prese il via quando un gruppo di giornalisti in Spagna cominciò a discutere se il giornalismo dei cittadini esistesse o meno nel loro paese e se il fenomeno costituisse una minaccia alla loro professione.
Per il fondatore del sito, il giornalista Oscar Espiritusanto, più che una minaccia era una opportunità. “Per la prima volta nella storia del giornalismo avevamo la possibilità di quel feedback che avevamo sempre voluto dai nostri lettori”, spiegò Espiritusanto, che indicando come un esempio il famoso Center for Citizen Media, lanciò l’ idea di un sito di giornalismo partecipativo in spagnolo.
PeriodismoCiudadano.com è un progetto autofinanziato e indipendente che produce materiale realizzato direttamente dai cittadini e utilizza social network come YouTube e Facebook per connettere i lettori. Oltre alle inziative di giornalismo dei cittadini in America Latina e Spagna, un reale vantaggio di Periodismo Ciudadano è che i progetti in altre parti del mondo vengono seguiti in spagnolo da lettori di lingua spagnola che altrimenti non avrebbero accesso al grosso dell’ informazione a causa delle barriere linguistiche.
Periodismo Ciudadano sostiene anche altri progetti di giornalismo dei cittadini, come ad esempio AhoraBolivia.com.
– Lo Stato del “giornalismo dei cittadini” in lingua spagnola
Molte persone pensano che ci sarebbe un grande potenziale di crescita e molto entusiasmo intorno a questi progetti.
“Secono me, il movimento sta andando avanti meglio in America Latina che in Spagna”, commenta Oscar Espiritusanto. “Un buon esempio è il grande lavoro che sta facendo la Associazione Atina Chile (una organizzazione non-profit che si occupa di partecipazione civica) con suo network di citizen newspapers, che mostrano come il giornalismo dei cittadini possa funzionare, seguendo vicende che il giornalismo professionale trascura”.
Il riferimento, in particolare, è al giornale dell’ Associazione, El Morrocotudo, che sta conducendo una campagna per la sicurezza dell’ acqua potabile nella regione cilena di Arica Parinacota.
Siti e strumenti di social networking stanno anche avendo molto spazio nel movimento del giornalismo dei cittadini in spagnolo.
“Strumenti come Twitter, Flickr e Facebook giocano un ruolo decisivo perché consentono ai cittadini di scrivere e pubblicare velocemente e facilmente. L’ uso di tutti questi strumenti insieme più i blog danno vita all’ informazione dei cittadini” dice Espiritusanto, citando nuove iniziative nate in Spagna come Soitu.es (che paga i giornalisti-cittadini per gli articoli che appaiono sulla home-page) e Bottup.com. Due siti che si basano fortemente sugli strumenti del Web 2. per essere collegati ai lettori. E che hanno realizzato una copertura quotidiana delle elezioni presidenziali in Spagna.
Oltre ai progetti menzionati in questo articolo, ci sono tante altre iniziative di media partecipatici in tutto il Sud America, con una adesione entusiastica, come Hiperbarrio in Colombia e Voces Bolivianas in Bolivia, entrambe nell’ ambito del programma Rising Voices di Global Voices.
La qualità dell’ informazione online è una sfida per gli ispanofoni che vivono negli U.S., e le realizzazioni nel campo del giornalismo dei cittadini in spagnolo in questa area sono pressoché inesistenti. Forse il seme del giornalismo partecipativo crescerà verso nord e i Latinos degli Stati Uniti lo potranno incoraggiare se quelle storie importanti che non vengono di solito “coperte” potranno “coprirle” loro stessi.
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*Jennifer Woodard Maderazo lavora come redattrice a PBS MediaShift e collabora a Latin-Know e a VivirLatino.
Le foto sono di David Sasaki via Flickr.