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A mano a mano che televisioni, giornali e altri media vengono digitalizzati e si spostano verso internet, il sistema pubblicitario di Google diventerà la piattaforma finanziaria su cui molte di queste iniziative economiche si baseranno. La previsione è di alcuni analisti industriali, secondo cui Google è ormai “seduta su una miniera d’ oro” e il suo procedure sembra assolutamente inarrestabile.
I want media, riporta, in particolare, un articolo del Financial Times online, dal titolo “Google trionfante…”. L’ autore, Richard Waters, cita fra l’ altro le dichiarazioni di David Yoffie, professore all’ Harvard Business School, secondo cui “il fallimento della fusione Microsoft/Yahoo elimina la più grande minaccia a breve termine” per Google, e di Michael Cusumano, docente di management al Massachusetts Institute of Technology, che descrive così il predominio ormai senza mezzi termini di Google: “Sono seduti su una miniera d’ oro”.
Secondo Sfnblog, Google in questo momento sta giocando un ruolo sempre più delicato e importante nell’ economia dei giornali, visto che attraverso il suo motore di ricerca passa almeno i due terzi del traffico che va a finire sui loro siti, secondo i dati di Hitwise.
I cittadini – osserva Erina Lin – si stanno spostando sempre di più sull’ online per le notizie e sempre di più partono per le loro ricerche da siti come Google News o Yahoo!News. Sono siti che per il momento non producono contenuti, ma dirigono gli utenti verso gli altri siti, ha spiegato Josh Cohen, capo del settore Sviluppo di Google News, a una Conferenza della Newspaper Association a Toronto.
In termini di visitatori unici, Yahoo! è il leader sul mercato, ma molte aziende giornalistiche scelgono Google che, infatti, fra il 2006 e il 2007 ha aumentato di un terzo il traffico verso i siti dei giornali cartacei, secondo Hitwise.
Nel passato i giornali avevano mostrato una certa paura di fronte all’ aggregazione di loro notizie e articoli da parte dei grandi motori di ricerca, ma il livello di traffico indirizzato verso i siti dei giornali indicava che non c’ era scelta al rendere disponibili i loro contenuti su Google.
“I giornali devono guardare a Google semplicemente come a uno dei vari canali che essi usano per diffondere i propri contenuti”, ha aggiunto Cohen.
Alcuni critici accusano Google di sfruttare articoli e servizi che altre aziende pagano per produrre. Altri pongono la questione etica di un’ azienda che non produce informazione ma che viene invece vista dai consumatori come una fonte di notizie.
L’ esperto di SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca) Anthony Muller aggiunge che le aziende editoriali temono che Google possa diventare troppo potente.
"Temono quello che potrebbe avvenire se Google un giorno entrasse nel settore della produzione dei contenuti”, ha aggiunto, stando a quanto riporta il Financial Post.
Tuttavia, Cohen sostiene che Google non ha di questi piani.
"Non puntiamno a diventare il New York Times o il Washington Post," replica. “La missione dell’ azienda è di continuare ad essere una piattaforma per i contenuti che altri producono”.
“La gente ama avere un giornale da leggere mentre fa colazione o viaggia in metropolitana. I giornali continueranno ad esistere come uno dei tanti modi con cui le persone scelgono di leggere le notizie”, aggiunge Cohen per smentire la paura delle aziende editoriali.