I media nel 2030: internet regna incontrastato

Previsioni

Il web domina a discapito di stampa, tv e radio; forte concentrazione della proprietà; contenuti ultra-personalizzati; sempre più informazione-intrattenimento. Sono le previsioni sul panorama dei media nel 2030 fornite da un gruppo di giovani dirigenti internazionali raccolte in un Rapporto pubblicato in occasione del Forum di Davos

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Internet che domina, a discapito di stampa, tv e radio; una forte concentrazione; contenuti ultra-personalizzati; sempre più informazione-intrattenimento. Sarebbe questo il panorama dei media nel 2030 secondo le previsioni di  un gruppo di giovani dirigenti internazionali raccolte in un rapporto pubblicato in occasione del Forum di Davos.

Secondo questi "Young Global Leaders",  il budget consacrato ai servizi Internet  –  spiega un articolo di Mediawatch-afp –   dovrebbe decuplicare da qui al 2030, raggiungendo circa 2,6 miliardi di milliardi de dollari, e diventando così il 40 % dell’ insieme del budget dei media e dell’ intrattenimento. Cosa che non impedisce loro di assicurare che i giornali e i libri ‘’esisteranno ancora ben al di là del 2030", continuando a crescere, ma molto più lentamente di internet.

Tabella

Ci sarà una ‘’massiccia concentrazione’’ mediatica a livello globale.

E poi, se l’ accesso all’ informazione potrà avvenire praticamente da qualsiasi luogo, vista la progressiva generalizzazione della banda larga e lo sviluppo di motori di ricerca ancora più efficaci, ‘’i contenuti di alta qualità saranno riservati agli abbonati e costeranno più cari’’, stima il Rapporto.

Le previsioni ritengono anche che ci saranno sempre più Stati che restringeranno l’ accesso all’ informazione.

 Quanto al “taglio” dell’ informazione, questi giovani dirigenti, poi, prevedono una forte crescita della domanda di notizie “divertenti e sensazionaliste” in quanto il pubblico “risentirà sempre di più della valanga di informazioni”.

L’ informazione sarà molto personalizzata, gli utenti potranno calibrare automaticamente i contenuti delle loro fonti e dei programmi di intrattenimento preferiti. E gli internauti passeranno sempre più tempo sulle reti di socializzazione.

Predire l’ avvenire è un esercizio pericoloso, si cautelano comunque questi giovani dirigenti. Che ricordano così la celebre frase in materia di media di H. M. Warner, fondatore della Warner Brothers nel 1927: "Ma chi vuole davvero sentire gli attori parlare?"